Arezzo, Eklu si racconta: “Il numero conta poco, la forza viene dal gruppo e dai tifosi”
Shaka Mawuli Eklu, centrocampista dell'Arezzo allenato da Cristian Bucchi, ha raccontato attraverso i microfoni d Amaranto Channel alcuni momenti significativi della sua avventura nel club toscano:
"Il numero 16 è una curiosità che porto con me da tempo. L’ho avuto a Catanzaro, dove quell’anno andò molto bene: arrivammo terzi in campionato, dietro alla Juve Stabia. Anche a Fano ho indossato il 16, mentre a Lucca ho dovuto scegliere il 19 perché il mio numero non era disponibile. Quando sono arrivato ad Arezzo tre anni fa e ho visto che il 16 era libero, non ci ho pensato due volte. Non sono scaramantico, ma quando qualcosa funziona, si tende a continuare su quella strada. Per me il numero conta poco: quello che conta davvero è ciò che riesci a dare in campo, sia nei giorni buoni che in quelli meno brillanti. Adesso mi tengo stretto la numero 8".
In questi anni ho avuto la fortuna di lavorare con allenatori che mi hanno dato fiducia e mi hanno aiutato a crescere. Venivo da un infortunio importante, ma grazie al lavoro quotidiano, alla società e ai compagni, ho ritrovato serenità e motivazione. Mi piace stare con i miei compagni, parlare, scherzare, ballare. Quest’anno ho trovato anche Momo (Varela) che ama ballare quanto me! Siamo come una famiglia. Penso che una delle mie qualità sia proprio questa: riesco a capire le persone e cerco sempre di imparare da loro. Ho 27 anni e due figli, quindi la testa ce l’ho sulle spalle.
Per noi giocatori, la curva è importantissima. I tifosi sono l’altra metà del cuore del gioco. Quando mancano, lo senti. Contro il Campobasso, ad esempio, ero stanco al 75’, ma sentendo la curva cantare, anche sul 4-1, ho trovato la forza per fare una corsa in più. Volevano di più, e noi volevamo darglielo. Il 99% dei tifosi, in tutto il mondo, va allo stadio per divertirsi, per stare con la propria famiglia, per vivere la partita. Bisogna usare buon senso, capire che ci sono bambini, ci sono generazioni che crescono. Come c’è chi nasce cacciatore, c’è chi nasce tifoso: è una passione che ti accompagna per tutta la vita. Spero che le cose possano migliorare, che si possa tornare a vivere il calcio con gioia. Domenica ci aspetta una partita importantissima contro il Perugia, e mi piacerebbe avere la curva con noi, i nostri tifosi con noi. Perché ci danno tanto, e noi vogliamo dare tutto per loro".











