Maurizio Pistocchi: “Col Torino bisogna avere pazienza'”

Maurizio Pistocchi è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Pistocchi è giornalista e opinionista. Con lui abbiamo commentato la pesante sconfitta Torino con l’Inter nell’esordio in campionato.
Perdere cinque a zero seppur con una squadra più forte è un risultato difficile da accettare. Come commenta la sconfitta del Torino con l’Inter in questo inizio di campionato?
“Innanzitutto bisogna dire che è la prima partita, che siamo in agosto e che il lavoro è appena all'inizio. Baroni ha ereditato una squadra che aveva bisogno di essere molto rinforzata. Certo la prima partita è stata un brutto esordio, ma dobbiamo ragionare sul fatto che si tratta proprio della prima partita. Alcuni gol sono stati degli sciagurati regali dei difensori. Sul primo gol di Bastoni, ad esempio, c’è stata una corresponsabilità del portiere Israel e dei difensori”.
C’è già chi dice che siano stati fatti errori in sede di mercato e che la squadra non sia adeguata. Lei cosa pensa?
“Secondo me la squadra non mi sembra costruita male. Baroni è un bravo allenatore, alla Lazio aveva dato un buon gioco e la squadra era stata protagonista per gran parte dello scorso campionato salvo poi calare nella parte finale. Al Torino è inutile fasciarsi dal testa prima di essersela rotta, la sconfitta è pesante, ma probabilmente non è indicativa sulla reale forza della squadra”.
In vista della prossima partita con la Fiorentina non c'è da essere preoccupati sulle eventuali scorie che possono esserci dopo un 5-0 in una partita nella quale il Torino ha subito sia dal punto di vista fisico sia del gioco?
“Dobbiamo pensare al fatto che l'Inter è probabilmente insieme al Napoli la squadra più forte del campionato. Una sconfitta contro l'Inter ci sta, le proporzioni della sconfitta, come ho spiegato, sono state determinate da molti errori individuali. Il Torino è una squadra che deve ripartire con più motivazioni e più lavoro, però si deve anche pensare al fatto che c’erano giocatori fuori, Asllani, che è arrivato proprio dall'Inter ed è un buonissimo giocatore, e Zapata che sta recuperando finalmente dall'infortunio, per cui, secondo me, con la rosa al completo Baroni avrà più opzioni per poter allestire una squadra che faccia un campionato dignitoso. Purtroppo ormai sono mai anni che il Torino non è competitivo per vincere qualcosa, ma questo è un discorso molto più lungo che magari affronteremo un'altra volta”.
Mancano cinque giorni alla chiusura del mercato, Cairo aveva promesso l'arrivo di un sostituto di Biraghi, ma serve ancora qualche altro innesto che dia equilibrio tra fase difensiva e fase offensiva, pur tenuto conto che nel frattempo è arrivato Asllani, visto che Baroni aveva iniziato il ritiro pensando al 4-2-3-1 e poi già nella partita di Coppa Italia con il Modena nel secondo tempo ha virato sul 4-3-3?
“Questa è una risposta che può dare solamente l'allenatore, a mio modo di vedere però qualcosa bisogna fare nel reparto difensivo perché poi dalla metà campo in su l'organico è abbastanza competitivo. Ripeto, questo è un momento brutto perché prendere cinque gol alla prima partita di campionato non è mai una bella cosa, però dobbiamo anche pensare che ci sono molti giocatori nuovi, il lavoro di Baroni è appena all’inizio, quindi direi che ci vuole un po' di pazienza anche se mi rendo conto che il tifosi del Toro la pazienza l’hanno persa da un pezzo”.
Ha detto che c'è da fare qualcosa dietro, basta il vice Biraghi oppure serve un altro elemento anche per il centro della difesa che imposti dalle retrovie a prescindere dal fatto che potrebbe farlo il portiere?
“L'anno scorso Vanoli, che a mio modo di vedere aveva fatto un buonissimo lavoro, era passato dalla difesa tre a quella a quattro cominciando a costruire qualcosa di diverso rispetto agli ultimi anni. Il problema del Torino è che chi arriva non pensa al Toro come una destinazione definitiva, ma a una vetrina nella quale mettersi in mostra per poi andare in una squadra che lo gratifichi di più. In questi ultimi anni ho visto tanti giocatori presi, valorizzati e venduti. Questo non contribuisce a creare né la spina dorsale della squadra né un'identità, perché il giocatore quando arriva si rende conto di essere in una bottega nella quale non interessa tanto l’evoluzione e lo sviluppo, ma la realizzazione subito di una bella plusvalenza. I giocatori sono i primi a capire queste cose e questo è il grande problema del Torino.
Sulla questione centrale difensivo oltre a quelli che ci sono già, Maripán, Masina, Coco e Ismajli, che tra l'altro in questo momento è infortunato, prima di tutto serve sicuramente un'alternativa a Biraghi, e poi la valutazione va fatta sulle qualità dei simboli e la può fare solamente l'allenatore. L'allenatore appena arrivato ha impostato un certo o tipo di preparazione, ma come hai detto giustamente tu, è stato costretto a giocare in una maniera diversa perché mancavano i giocatori. Questo probabilmente non succede solo al Torino, ma anche in altri club però non è un bel modo per cominciare il campionato”.
Ma così forse si è perso un po’ di tempo nella fase di preparazione, no?
“Sì, però ci sono ancora da disputare 37 partite e non fasciamoci la testa. Come dicevo, una sconfitta ci sta alla prima di campionato e le proporzioni della sconfitta, secondo me, sono state abbastanza esagerate rispetto alla prestazione del Torino. E' chiaro che bisogna lavorare sull'attenzione, sulla concentrazione e sulle motivazioni. Quando prendi gol in quella maniera con tanti errori difensivi clamorosi non è un problema né della rosa né dell'allenatore, bensì è un problema relativo ai singoli di attenzione e di valutazione del pericolo. Bisogna avere pazienza, se ce n'è ancora un po'”.
