"Tu credi ai miracoli?". I segreti dietro la favola Far Oer (che difficilmente avrà lieto fine)

"Do you believe in Miracles?" No, non c'entra niente l'hockey sul ghiaccio, men che meno una finale delle Olimpiadi Invernali disputata tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Si tratta invece del percorso miracoloso fatto fin qui dalle Far Oer nel proprio girone di qualificazione ai prossimi Mondiali. Mai la nazionale delle isole scandinave, che nella propria breve storia ha perso oltre il 70% delle gare a cui ha preso parte, aveva ottenuto tre successi di fila. Almeno fino a questo autunno quando, tra settembre e ottobre, la squadra ha prima battuto Gibilterra in trasferta e poi si è imposta in casa con Montenegro - battuto con un perentorio 4-0 - e Repubblica Ceca. L'accesso al playoff, tuttavia, resta (quasi) una chimera: servirà fare o un clamoroso upset in Croazia e tornare a casa col bottino pieno; oppure pareggiare con Modric e compagni e sperare che Gibilterra si imponga con la Repubblica Ceca. Due condizioni, insomma, parecchio complicate.
A prescindere dall'esito di questa storia, viene comunque da chiedersi come abbiano fatto le Far Oer a passare dall'essere una delle più celebri Cenerentole europee a coltivare fino all'ultimo il sogno di un posto al Mondiale? Partiamo innanzitutto dalla rivoluzione tattica fatta dal nuovo allenatore Eyðun Klakstein, insidiatosi a marzo e che, tra le altre cose, ha fatto il calciatore, il giornalista, scrive romanzi gialli e in passato possedeva anche un bar. Il ct ha trovato solidità in un 5-4-1 vecchia scuola che lascia diverso campo ai contropiedi degli esterni. L'altro segreto sta nello stadio, il Tórsvøllur, situato nella capitale Torshavn, e che è divenuto un piccolo fortino per il terreno sintetico che lo compone e che - come abbiamo visto per il Bodo/Glimt nelle competizioni Europee - può regalare spiacevoli sorprese per chi non è abituato. Infine, cosa più importante, il movimento calcistico nel paese è in forte ascesa, come testimoniato anche dagli ottimi risultati che sta riscontrando l'Under 21 nel girone di qualificazione agli Europei, che sta conducendo con 9 punti dopo 5 gare disputate.
Tutti questi traguardi hanno permesso alle Far Oer di salire fino al 136esimo posto del ranking FIFA, a una manciata di punti dall'India, uno stato che conta su una popolazione che sfiora il miliardo e mezzo. Non male per un arcipelago di 18 isole che significa letteralmente "isola delle pecore", in quando vi abitano più ovini (80mila) che persone (50mila). Per capire cosa significa il calcio per questo popolo è utile citare le parole di del tifoso Ivan Enginsson Eysturland, che qualche anno fa al Times disse: "Credo che la Nazionale faroese sia probabilmente più importante per l’identità e l’orgoglio nazionale dei faroesi di qualsiasi altra Nazionale al mondo, con l’eccezione forse dell’Uruguay. Poiché le Fær Øer non sono ancora un paese completamente indipendente e si tratta di una nazione molto piccola, eravamo praticamente del tutto anonimi nel mondo esterno prima di aderire a FIFA e UEFA".
