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Messi, CR7 e Mbappé: il futuro in 24 ore

Messi, CR7 e Mbappé: il futuro in 24 oreTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 24 novembre 2022, 06:00Editoriale
di Luca Marchetti

In questi primi giorni di Mondiale è come se ci fosse stato un grande passaggio di consegne. La verità è che tutto questo era già iniziato, 4 anni fa in Russia. Era stato il Mondiale di Mbappé e non di Messi o Cristiano Ronaldo.
Ma poi i due incontrastati dominatori di questo inizio millennio avevano comunque tenuto botta. Continuando a vincere, a far parlare di sé, a movimentare il mercato, a vincere palloni d’oro. In un giorno però abbiamo visto condensato quello che è stato negli ultimi 4 anni. La lunga rincorsa al trono del Mondo.
Messi perde contro l’Arabia Saudita, CR7 rescinde il suo contratto con il Manchester e invece Mbappé ride, vince, si diverte e segna.
Tre straordinari campioni in un giorno solo disegnano la loro parabola, fotografano forse al meglio la loro situazione attuale. Ci vorrebbe che - nella ormai famosissima foto degli scacchi di Leo e Cristiano - ci si aggiungesse un posto. Qualcuno su internet lo avrà già fatto, visto che è stato inserito Enner Valencia, figuriamoci se non è toccato anche a Mbappé.
In una partita in cui - anche quella con gli scacchi, che finirebbe patta - nessuno è riuscito a sopraffare l’avversario, ora ecco il terzo incomodo. Certo che doveva accadere, certo che è già successo. Addirittura con la coppa alzata, e qui invece stiamo parlando soltanto della prima giornata (peraltro ancora non giocata da tutti).

Ma la cronologia è stupefacente. Messi che perde, Cristiano che lascia, Mbappé che vince: tutto nel giro di 12 ore. E qual è la notizia più importante? La contemporaneità che spiega, anche a chi il calcio non lo mastica tutti i giorni, cosa sta per succedere, cosa è già successo, cosa sta succedendo. Il cambio della guardia. Ognuno a modo suo vuole scrivere la sua storia.
Messi vuole questa coppa. E’ il primo a parlare, il primo a mettere sul piatto il riscatto, il primo a dire che ora non ci sono più scuse: bisogna vincerle tutte. Messi se dovesse vincere il Mondiale potrebbe arrivare al pari degli immortali. Dopo aver passato una vita a sentirsi dire che non aveva vinto nulla con l’Argentina potrebbe portare a casa una favolosa doppietta.
CR7 il mondiale lo sogna, ma forse oltre il sogno concretamente è difficile possa andare. Lui la Francia l’ha battuta, in casa loro. Anzi lui non c’era in campo in finale, sostituito subito: ma la coppa l’ha portata a casa. E vincere con il Portogallo è un po’ più difficile che vincere con l’Argentina. Cristiano (come Messi) è all’ultimo Mondiale. Se vince smette, ha detto. Messi non smette. Intanto però ha smesso con lo United. Tutti si aspettavano che non potesse tornare a casa: è l’epilogo di una rottura consumata fragorosamente in tv, ma nata giorno dopo giorno all’Old Trafford. Ora dove va Cristiano? Una volta bastava seguire i soldi, ora - probabilmente - non più. Non quelli dei big club, per lo meno, che se ci fossero stati lo avrebbero già portato altrove. I bambini iscritti in Portogallo a scuola sono un indizio. Ma ora si aprirà magari un asta e dipenderà soltanto da lui: dove vuoi continuare Cristiano? Nel giardino della Champions? In quello dell’Europa? O è arrivato il momento di incassare (ancora di più) ma in contesti diversi da quello a cui sei abituato? E mentre il mondo del mercato si interroga su dove andrà CR7, mentre ogni squadra lo sogna (soprattutto quelle che finora non se lo sono potuto permettere) al Mondiale si gioca.
E Mbappé segna e si diverte. La Francia è la Nazionale più martoriata dagli infortuni. Fuori pure Lucas Hernandez. Ma almeno contro l’Australia non l’abbiamo visto. E non diteci che perché l’Australia è scarsa, lo era (sulla carta) anche l’Arabia. E Mbappé il suo timbro l’ha messo. Certo in copertina c’è Giroud, doppietta, miglior marcatore della sua Nazionale, ma Mbappé c’è ancora. Anche in questo Mondiale. Compagno di Messi (che è a scadenza) nel club, ma suo avversario principale oggi in Qatar. Già nelle classifiche dei guadagni si sgomita senza pietà, ma quello che conta poi alla fine non sono solo i follower (e CR7 ha stabilito un altro record…) ma il campo. E ieri in 12 ore il campo ha parlato. Un altro segnale per il cambio della guardia, la fine dell’impero.
Vedremo se poi il 18 dicembre ci sarà lo scacco matto.

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