Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Nell'estate della gloria stanno andando via i migliori giocatori dell'ultima Serie A! E al loro posto non arriva nessuno. Il paradosso Messi e l'impotenza di tutti dinanzi al PSG

Nell'estate della gloria stanno andando via i migliori giocatori dell'ultima Serie A! E al loro posto non arriva nessuno. Il paradosso Messi e l'impotenza di tutti dinanzi al PSGTUTTO mercato WEB
© foto di TUTTOmercatoWEB.com
domenica 8 agosto 2021, 09:55Editoriale
di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per Tuttomercatoweb.com dal 2008, è il vice direttore dal 2012

Se ne vanno i migliori. E se ne stanno andando nel silenzio di una estate oggettivamente incredibile. Nell'estate del trionfo Europeo e di una Olimpiade che ci ha fatto sognare e gioire come mai in passato. Nell'estate in cui ci scopriamo i più veloci e orgogliosi sventoliamo la bandiera italiana, si sta consumando l'addio di molti dei migliori giocatori dell'ultimo campionato italiano e il tutto sta avvenendo quasi come fosse normale.
Donnarumma, Hakimi, Romero, De Paul e Lukaku sono stati da tutti o quasi inseriti nella top 11 dei migliori calciatori della Serie A 2020/21 e oggi sono altrove. Chi in Francia, chi in Spagna, chi in Inghilterra.

Sono andati via non perché loro abbiano chissà quanto forzato la mano. Ma perché hanno preso atto che nessuno è riuscito a trattenerli, perché altrove ci sono progetti più competitivi. Perché ormai siamo sistematicamente il campionato che lancia e rilancia i calciatori ma che poi non ha la forza di trattenerli quando raggiungono livelli importanti.

Sono storie diverse, sono addii consumati con trattative e tempistiche che in molti casi non hanno nulla in comune. La famiglia Zhang sta ridimensionando il progetto Inter appena raggiunta la gloria, Udinese e Atalanta stanno facendo ciò che hanno sempre fatto e Donnarumma era ormai troppo (caro) per un Milan che con Elliott ha dovuto sposare un'altra filosofia.

C'è però un minimo comune denominatore: ad andare via non sono giocatori che il loro meglio l'hanno già dato, ma o sono giovani già campioni o grandi calciatori nel pieno della loro maturità calcistica.
Sono andati via cinque grandi giocatori e non è entrato nessuno. L'Atalanta ha sostituito Romero con Demiral della Juventus, il casting per il dopo Lukaku conta nomi del nostro campionato e se fino ad oggi, 8 agosto, i migliori calciatori arrivati dall'estero in Italia sono Nico Gonzalez, Mike Maignan, Rui Patricio e Olivier Giroud vuol dire che qualcosa davvero non funziona.

È la conseguenza della crisi economica. Di una crisi di liquidità che la chiusura degli stadi, il crollo del fatturato, ha colpito soprattutto chi era già in una situazione complicata.
Chi prima era economicamente fortissimo ora sta bene, chi stava bene ora galleggia mentre chi già era in difficoltà ora si barcamena tremolante sull'orlo di un precipizio. E quest'ultimo caso, in molti casi, siamo noi. Bravi a organizzare mille riunioni quando ci sono problemi ma mai a prendere decisioni concrete e condivise per migliorare il nostro calcio.

Siamo il campionato che complessivamente sta uscendo peggio da questa estate ma non siamo gli unici. Servirebbe un libro e non un editoriale per spiegare quello che sta accadendo nell'estate in cui il fair play finanziario, anche per la UEFA, ha alzato definitivamente bandiera bianca.
Un'altra conseguenza della crisi economica - la più mediatica, la più vistosa - è la separazione tra il Barcellona e Leo Messi.
Chi dopo il comunicato di giovedi sul mancato rinnovo si aspettava una guerra tra Laporta e Tebas è rimasto sorpreso: il presidente del Barcellona ha accettato rassegnato l'impossibilità di depositare il contratto del campione argentino per un monte ingaggi già oltre i limiti imposti dalla Liga e ha dovuto salutare Messi come fosse uno qualsiasi.
Uno dei più grandi giocatori di sempre si è ritrovato libero sul mercato e la cosa paradossale è che fin da subito uno e un solo club ha avviato e anche già concluso la trattativa per il suo ingaggio. Tutti gli altri non potevano, nel caso del City avevano appena chiuso una operazione a 9 cifre. E Messi si è trovato fin da subito sulla via di Parigi, di un PSG che nella stagione che si concluderà in prossimità del Mondiale in Qatar ha costruito un dream team tra i migliori della storia del calcio aggiungendo a una squadra già fortissima Donnarumma, Hakimi, Sergio Ramos, Wijnaldum e Messi.
Al Khelaifi spende e spande e tutti gli altri osservano, impotenti. Del resto nell'estate in cui tutte le regole comuni di fair play finanziario sono dichiaratamente saltate, in cui ognuno si rifà solo e soltanto alla sua Federazione, nell'estate del 'chi ha investe' e in cui lo squilibrio regna sempre più sovrano, chi avrebbe potuto impedirglielo?

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile