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Di speciale in questo nuovo Newcastle c'è soltanto il denaro dei sauditi

Di speciale in questo nuovo Newcastle c'è soltanto il denaro dei sauditi
martedì 12 ottobre 2021, 20:15Il corsivo
di Marco Conterio

Yasir Al-Rumayyan domenica sarà con corte e cortigiani a St James' Park per la prima a impronta saudita della storia del Newcastle United. Sarà vicino alle sponde del Tyne, una zona che agli Imperatori, ai tempi dell'antica Roma, non è mai piaciuta. Sarà a poche spanne dal Vallo di Adriano, che il buon cuore dei festanti tifosi della Toon Army ha già varcato. Tutto può il denaro, e figuriamoci se è la promessa della Babilonia più importante della storia del Football. Newcastle Upon Tyne è terra di contraddizioni: è quella della working class, della gloria perduta dei cantieri navali, del carbone che vien su e dei polmoni che s'affaticano. Gente che lavora e poi brinda, che allo straniero ha detto di no e infatti qui, nell'antica Pons Aelius, la Brexit ha stravinto più che da ogni altra parte. Viva l'Inghilterra, ma viva ancor di più il soldo dell'arabo che promette la Coppa dei Campioni.

Newcastle 'till I Die
Gli anni con Mike Ashley, quattordici, son stati promesse e poc'altro. Tante delusioni, saliscendi d'emozioni e nessun brivido antico toccato nell'epoca gloriosa di Alan Shearer. Aveva promesso di nuovo quei fasti e invece son stati nefasti, sicché la cacciata del bugiardo padre padrone è stata vista come la liberazione dal tifoso del Tyneside. Perché questa è una terra ben lontana da Londra e dall'Inghilterra del nostro immaginario. L'abitante di Newcastle tifa Newcastle, qui si lavora, si brinda, si lavora e si spera. Sunderland 'till I Die è uno straordinario spaccato di società prima che di calcio raccontato da Netflix. Cambiate il rosso col nero, la storia, le sfumature, ma il succo che verrà fuori avrà lo stesso sapore di cantieri, carbone e birra doppio malto.

I soldi vincono
C'è una verità ineluttabile alla base di questa storia fatta di ricchi sogni. I soldi vincono. Lo fanno quando c'è da ricucire un rapporto diplomatico e politico. Un anno e qualche mese fa, la trattativa tra il Fondo d'Investimento Pubblico Saudita e la Premier League, de facto, è saltata perché di mezzo c'era la voragine creata nei conti qatarioti dalla pirateria di beoTQ. Quel che i beninformati raccontano è che, essendo i diritti televisivi per la ritrasmissione della Premier League nel Middle East di beIN Sports ed essendo il canale oscurato in Saudi, la ritrasmissione pirata nel regno saudita abbia causato perdite per il biennio 2018-2019 per quasi un miliardo. I rapporti tra paesi si sono riavvicinati, dalla chiusura dei confini che c'era stata verso Doha. E l'arbitrato tra le parti, pare quasi bilionario, ha certo aiutato il PIF a riavvicinarsi alle porte della Premier League. Dove il denaro in arrivo per i diritti all'estero, dunque anche per il Middle East, pesa non poco. I soldi vincono, anche sulla questione diritti umani. Le diciannove di Premier League ora alzano la voce e sottolineano la questione ma nel regolamento della Lega non c'è alcun capitolo che vieti a uno stato di acquisire un club. In soldoni, proprio quelli: se il Sultano del Brunei, o chi ricchissimo per lui, domani volesse comprare lo Sheffield United, o il Brighton, o l'Aston Villa, sterline alla mano potrebbe farlo, venditore permettendo. Amnesty e le associazioni umanitarie chiedono maggiori paletti sull'ammissione di proprietà e presidenti e dirigenti in Premier. Che in un comunicato ha spiegato che il Fondo d'Investimento Pubblico, presieduto dal Principe Bin Salman, non ha connessioni e legami e vincoli con lo stesso governo e dunque con Bin Salman.

Non è una favola
I tifosi brindano, sotto St James' Park. Al momento dell'annuncio erano in centinaia, boccali al cielo, ad abbracciarsi. Howay The Lads, cantavano, sognando vecchie glorie e antichi fasti. In mezzo a questa storia, dove i legami paiono quasi ineluttabili, c'è pure la figura di Amanda Staveley. La sua storia è quella d'un film, o di una serie televisiva. Arriva da Newmarket ed è grazie all'ippica che stringe i rapporti con gli arabi. E' una broker che ha recitato un piccolo ma pare importante ruolo nel passaggio del Manchester City in mano araba. Avrebbe provato a far lo stesso col Liverpool da FSG a una proprietà degli emirati, è stata tra le protagoniste del caso Barclay con Dubai. Seduce e abbandona il quarto figlio della Regina Elisabetta, Andrea, Principe di Galles, ora vive a Dubai col marito anglo-iraniano, il finanziere Mehrdad Ghodoussi. Di lui le tracce dicono che è stato direttore in Deutsche Bank dal 2011 al 2013, prima ancora Head of Fund Placement Advisory Group in Deloitte a Dubai e dal 2009 è Managing Partner di PCP Capital Partners LLP, detentrice del 10% del Newcastle United. I due, marito e moglie, sono i più sovraesposti nella vicenda. La Staveley non si esime dal parlare e dal rilasciare dichiarazioni ufficiali sul nuovo corso dell'ambizioso e ricchissimo Newcastle. Dal Fondo, per adesso, tutto tace. Al-Rumayyan sarà domenica a Newcastle e forse da lì, anche il PIF farà sentire la sua voce, l'auspicio è incalzato dalla stampa per capirne e saperne di più. Un avviso ai naviganti e a chi sarà presente, nel caso. Gradisce esser chiamato esclusivamente "Your Excellence".

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