Berlusconi: "Sempre stato milanista al 100%. Monza? Era il sogno di mio papà e Galliani"

Pier Silvio Berlusconi ha da poco ceduto il Monza. Il figlio dell'ex Presidente del Consiglio, scomparso il 12 giugno 2023, è stato inondato di domande nella serata dei palinsesti autunnali di Mediaset e gazzetta.it ne ha approfittato per fargliene qualcuna anche sul calcio: "L'operazione della vendita dei brianzoli è stata conclusa qualche giorno fa, ma come famiglia la nostra avventura nel calcio era finita con il Milan. Mio padre e Galliani si sono inventati questo sogno, che però era il loro sogno. E lo dico con tutto l'amore e l'ammirazione profonda che ho per Galliani. Non c'erano le condizioni perché nessuno della famiglia si dedicasse con tempo dovuto al Monza e quindi è stato giusto imboccare la via che abbiamo imboccato. La tentazione di provarci io l'ho avuta, ma poi il mio mestiere e la mia storia (milanista, ndr) mi hanno indotto a ripensarci. Adesso il Monza ha un investitore che crede nel progetto e credo che questa sia la cosa più giusta per il club e per noi come famiglia".
Adesso può parlare liberamente da tifoso del Milan.
"I ricordi degli anni al Milan sono qualcosa di indelebile e bellissimo. Auguro al Milan il meglio possibile. L'ho seguito sempre con grande simpatia. Anzi, sono rimasto sempre tifoso rossonero al 100%. Vivendo in Liguria ho sviluppato una simpatia per il Genoa, ma il Milan è il Milan…".
Cosa non è andato lo scorso anno?
"Guardato poco per dire cosa non è successo. E poi da fuori è difficile entrare nei dettagli. I risultati però sono sotto gli occhi di tutti".
Al Milan è tornato Allegri.
"Lo stimo molto per quello che ha fatto con noi. Ci ha regalato l'ultimo scudetto dell'era di mio padre, è bravo e ha le idee chiare. È l'allenatore giusto".
Tra gli acquisti invece c'è Ricci.
"È bravo. E poi è italiano: secondo me la scelta di provare a costruire un gruppo di italiani è corretta. Auguro una rinascita ai tifosi rossoneri e a me stesso".
Cosa intende?
"Non diciamo quella parola per ora. Mi sembra che da qualche anno al Milan manchi una sorta di armonia. Anzi, la condivisione vera di un sogno".
Il sogno che nel 1986 aveva suo padre quando acquistò la società.
"Per realizzare una grande impresa, soprattutto nel calcio, ci vuole di qualcosa di più della volontà di fare bene. Ci vuole un sogno e bisogna credere nelle proprie idee. Pensate se Cardinale adesso entrasse con tutta la squadra all'Arena a bordo di elicotteri sulle note della 'Cavalcata delle Valchirie' Cosa gli direbbero? (sorride, ndr). Lo prenderebbero in giro ogni giorno... Mio padre però era così: unico. E ha avuto ragione lui".
Dal 1986 sono passati quasi 40 anni con la famiglia Berlusconi nel calcio: qual è il suo bilancio di questi quattro decenni?
"Sono stati anni di ricordi unici e indimenticabili. È stato bellissimo soprattutto vedere la soddisfazione per i risultati che ottenevamo negli occhi di mio papà. Capire che il suo bel sogno si stava realizzando in maniera così rapida: vincere tutto dando spettacolo. Mi ha lasciato passione e amore per il calcio oltre a tante vittorie indimenticabili. Ma soprattutto mi ha dimostrato che tutto ciò che raccontava non era solo un sogno, ma un qualcosa che con il lavoro poteva diventare realtà. Tanti non ci credevano e invece...".
Gattuso nuovo ct le piace?
"Almeno quanto Allegri. Li apprezzo entrambi tecnicamente e umanamente: sono due grandi uomini e due veri condottieri. Spero che facciano entrambi bene".
