Como, Fabregas e il chiarimento con Mancini dopo le scintille: "Chiacchierata onesta"
L'allenatore del Como, ha parlato ai microfoni di Dazn al termine della sconfitta per 1-0 contro la Roma, valida per la quindicesima giornata di Serie A. Cesc Fabregas ha commentato gli infortuni di Diao e Addai, le difficoltà in fase di costruzione e il confronto con Gianluca Mancini al termine della partita.
Mister, prima di tutto come stanno Diao e Addai? Li abbiamo visti uscire doloranti.
"Sì, tutti e due si sono fatti male al flessore. Non so ovviamente quanto sia grave, però è un peccato. Sono ragazzi giovani con tanta voglia di fare bene, di giocare, di essere in campo. È un peccato per loro e per la squadra ovviamente."
Per la prima volta ho visto un Como in difficoltà in fase di costruzione, che ha sofferto soprattutto nel primo tempo la pressione avversaria della Roma fatta molto bene con tanti giocatori. Secondo lei cosa non ha funzionato?
"No, la prima volta no. Questo è successo tante volte da quando sono in Italia, ci sono tante squadre che ti vengono a pressare a uomo. Era la tipica partita dove è fisica, ci sono tanti duelli. O hai tanta qualità e fisicità come loro e vai in porta uno contro uno contro il portiere, oppure se iniziano loro a vincere i duelli è una partita che si può aprire perché c'è movimento, c'è mobilità e chi recupera palla può fare transizioni. Anche noi abbiamo fatto qualche transizione in cui potevamo fare gol, si apre un mondo, non si apre il campo ed è lì dove la qualità esiste. Dai, noi continuiamo. Ci sono sempre piccole cose da migliorare, errori miei, errori della squadra, dove si può crescere. Alla fine sono d'accordo con te, la squadra ha lottato fino alla fine. Nel secondo tempo la squadra ha lottato, ha provato ad andare per il gol. Penso che un gol lo abbiamo meritato sinceramente, però bravi loro che hanno fatto una grande partita."
L'abbiamo vista un po' nervoso, indispettito a un certo punto della partita. Poi a fine partita è andato a parlare direttamente con Gianluca Mancini. Ci può dire cosa vi siete detti e cosa l'ha fatta arrabbiare?
"No, va bene, dai, non è un problema. Provo sempre a parlare con rispetto e attenzione. È stata una chiacchierata onesta, lui mi ha detto la sua, io la mia. Dal mio punto di vista, lo so che c'è la furbizia, lo so che c'è l'esperienza. Tutti vogliamo vincere nel calcio. Gli ho detto: guarda che quello lì ha 20 anni e stai provando a fare quello, lui sicuramente ti guarda e ti vuole imparare. Magari oggi va a casa pensando che si aspettava un po' di più a livello di atteggiamento, a livello di parole dentro il campo, di provocazioni. È stata una chiacchierata normalissima di calcio che alcune volte va bene per me e va bene per lui."
Prima della partita a San Siro contro l'Inter e poi prima di questa erano chiare come due prove di maturità per voi, per capire a che punto del percorso foste. Cosa le lasciano queste due partite? Che risposte ha avuto?
"Tante cose. Io guardo sempre le cose positive. La cosa positiva è che nessuno mi farà più domande prima e dopo la partita per andare in Europa e io sono molto contento."
Si avvicina anche il mercato di gennaio, oggi ci sono stati un po' di infortuni, il problema Morata persiste. Si aspetta qualcosa nel mercato di gennaio dalla società?
"Non lo so, si vedrà. Si deve analizzare tutto bene, parlare, confrontarsi, vedere le opzioni. Noi siamo chi siamo e dobbiamo sempre crescere in tutti i punti di vista. Due anni fa non ti posso dire dove eravamo, oggi siamo dove siamo. Siamo andati molto veloce e oggi dobbiamo stare tranquilli perché sì, è una squadra che molla e che non va, però la squadra fino alla fine prova sempre di giocare, di portare punti con chi sia. Oggi ha giocato Baturina che deve avere anche il suo spazio, che non ha giocato praticamente niente fino adesso. Adesso sicuramente sarà il momento di Kuhn che non l'abbiamo visto. Nico Paz può giocare attaccante. Guarda, questo è il calcio, succede a tutti."











