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Crespo: "Avevo il poster di Van Basten in camera. Provato ad imitarlo, ma era di un altro pianeta"

Crespo: "Avevo il poster di Van Basten in camera. Provato ad imitarlo, ma era di un altro pianeta"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 10:08Serie A
Simone Lorini

Hernan Crespo, alla Gazzetta dello Sport, elenca i propri riferimenti nell'intervista concessa oggi alla rosea: "Per il mestiere di allenatore, dico tre nomi. Carlo Ancelotti, José Mourinho e Marcelo Bielsa. Carlo, per me, è stato come un padre quando sono arrivato in Italia nel 1996. Avevo ventun anni, ho imparato tutto da lui. Mou è uno straordinario motivatore, l’ho sperimentato ai tempi del Chelsea. Nessuno entra nelle teste dei giocatori come fa lui. E Bielsa è un visionario: sa andare oltre il presente, sa interpretare il calcio in modo moderno. Mi ispiro a loro, ma so che non raggiungerò mai i loro successi. Però qualcosa ho vinto anch’io in panchina... In Argentina, in Brasile, in Qatar e negli Emirati Arabi ho raccolto soddisfazioni e successi".

Riguardo alla squadra alla quale è rimasto più legato, l'ex calciatore ha indicato il Parma. Ha spiegato che il club lo acquistò quando era poco più che un bambino e lo fece diventare un centravanti di livello mondiale, aggiungendo di aver vinto anche parecchio in Emilia. Ha poi raccontato un aneddoto sulle sue origini, ricordando che, quando fece il provino per il River Plate, non immaginava nemmeno di diventare un calciatore, ma era andato solo per accompagnare un amico e si ritrovò a giocare una partitella, venendo poi preso.

Infine, ha condiviso la sua ammirazione per Van Basten, il cui poster aveva in camera da ragazzo. Ha ricordato che restava incantato guardando in televisione le immagini del "Grande Milan" di Sacchi e cercava di imitarne i gesti in allenamento. Ha concluso sottolineando l'unicità dell'olandese, definendolo di "un altro pianeta" e ritenendo che non ci siano più stati centravanti di quel livello.

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