Di Carlo ricorda Roma-Lecce del 1986: "Sento ancora dolore, troppo sicuri di vincerla..."
Roma-Lecce non è soltanto la partita di oggi alle ore 18, ma nella storia del club capitolino significa anche un brutto ricordo, quello del campionato 1985/86 perso alla penultima giornata con l'inattesa sconfitta interna contro i salentini, già retrocessi. Alla fine fu la Juventus a festeggiare e, per tornare su quei giorni, Il Tempo ha intervistato l'ex centrocampista romanista Antonio Di Carlo.
Ricorda Di Carlo: "Fu una giornata assurda, provo ancora dolore. Eravamo sicuri di vincere, entriamo in campo e il pubblico già stava festeggiando. Prima della gara ci fu addirittura il giro di campo del presidente Dino Viola con il sindaco Ugo Valente...". La Roma passò addirittura subito in vantaggio: "Sì, appena sette minuti, segnò Graziani di testa. Eravamo sicuri che sarebbe stata una passeggiata, tanto che poco dopo non protestammo quando l'arbitrò mi annullò un gol, probabilmente regolare".
E invece arrivò la rimonta del Lecce: "Ricordo ancora quando rientrammo negli spogliatoi, col cuore a pezzi. Il silenzio... Nessuno disse una parola". Una reazione, comunque, quella Roma riuscì a trovarla: "Dopo qualche giorno di sconforto ritrovammo ciò che ci aveva fatto diventare la squadra più forte del campionato, almeno la Coppa Italia riuscimmo a vincerla". E sulla Roma di oggi, Di Carlo spiega brevemente: "Mi sembra uan squadra appesa alle prestazioni dei singoli. Mourinho è un vincente, il suo gioco non mi entusiasma. Per giudicarlo dovremo aspettare la fine della sua esperienza".