Inter e Milan, oggi nuovo round sullo stadio in Comune: si torna al punto di partenza?
No alla ristrutturazione proposta da WeBuild, il resto si vedrà. Questa mattina Inter e Milan, rappresentati dalle rispettive dirigenze, torneranno a incontrarsi con Giuseppe Sala, sindaco di Milano. Appuntamento a metà mattinata, a Palazzo Marino, tema non libero ma scontato: il futuro dello stadio, o degli stadi, del capoluogo meneghino.
La certezza - o quasi, i colpi di scena in questa lunghissima gestazione sono stati tanti e inattesi per definizione - è che le due società rispediranno al mittente l'ultima proposta di rifacimento del Meazza, almeno per come è stata proposta. Troppi i circa 700 milioni di euro necessari alla ristrutturazione, per ottenere un impianto che non sarebbe comunque nuovo e non rispetterebbe i desiderata delle due società.
A quel punto, si apriranno due strade. Che poi, fa notare qualcuno, sono le stesse di cui si parlava otto o dieci anni fa, quando c'erano altre proprietà e però il tema restava sempre d'attualità. Un nuovo stadio a San Siro, o due stadi fuori Milano, con varie sfumature.
La prima strada, quella di costruire un nuovo impianto a fianco del Meazza, e che secondo alcune fonti sarebbe un'ipotesi giudicata calda dai club, si scontrerebbe con il solito dato di fatto normativo. Dall'anno prossimo entrerà a regime il vincolo sul secondo anello, rendendo fuori discussione la demolizione dello stadio attuale. Il Comune accetterebbe mai la costruzione di un altro impianto a pochi passi, trasformando il Meazza in una cattedrale vicino a un'oasi nel deserto? Difficile.
La seconda strada porta a quelli che erano i piani B, poi sono diventati i piani A, e via dicendo in una continua altalena. Rozzano e San Donato, più il secondo del primo: sono i due luoghi individuati da tempo da Inter e Milan per costruire due stadi. Fuori da Milano, ma di proprietà. E parecchio costosi, se si tratta di farseli da soli: ecco perché, in realtà, l'idea non è mai decollata fino in fondo. Ecco perché le ultime suggeriscono una possibile convergenza di entrambi i club su San Donato, ove il Milan è oggettivamente davanti nelle pratiche: a prescindere dalla questione di chi abbia chiamato chi, il dialogo è in corso ma è tutto da verificare che possa arrivarsi alla fumata bianca.
La terza via? Esiste, perché su San Siro può succedere di tutto. E forse potrebbe essere quella da vedere dopo l'ennesimo bluff della vicenda, in questo caso quello dei club che dicono no alla ristrutturazione proposta da WeBuild. Per ora, facciamo solo un'ipotesi: questo no potrebbe diventare un sì, a determinate condizioni. Per esempio, che la ristrutturazione si accompagni al diritto di superficie per 99 anni sull'area circostante. In questo modo, accettato il compromesso di uno stadio non nuovo, Inter e Milan potrebbero costruirci attorno quello che vogliono e guadagnare dalle relative attività commerciali. Al momento, si diceva, solo un'ipotesi: se ne saprò di più dopo l'ennesimo appuntamento di una saga che ormai appassiona i tifosi in maniera molto relativa.