Inter, un passo alla volta. Aprile decisivo per Inzaghi: alla prova sulle rotazioni

Pensiamo una gara per volta. È il mantra di ogni buon allenatore, in un pallone che si nutre di tante banalità. Per l’Inter, è però anche un luogo comune mai così vero, pensando alla gara con la Fiorentina, la prima di un tour de force lungo un mese. Perché la testa può andare alla Juventus in Coppa Italia o al Benfica in Champions League, serate di gala e pure dal peso specifico altissimo. Ma è in campionato che i nerazzurri, reduci da due sconfitte consecutive, hanno esaurito tutti i jolly a propria disposizione. Anche qualcuno in più. Coi viola sbagliare non si può, al netto del valore tutt’altro che secondario dell’avversario, perché il minimo sindacale - il quarto posto che vale l’Europa dei grandi - è ancora tutto da conquistare. Aprile sarà decisivo per l’Inter e per Simone Inzaghi, da questo punto di vista. Ma non solo.

Tecnico alla prova delle rotazioni. Di tutti i pregi, il spesso troppo criticato Inzaghi non ne ha dimostrato di sicuro uno. Saper variare lo spartito, a livello tattico, ma soprattutto di uomini. Le rotazioni, e pure l’inserimento dei giovani, sono forse la grande pecca del tecnico piacentino, che si è più volte dichiarato non troppo fan del turnover scientifico, ma alla prova dei fatti finisce per ridursi da solo le scelte e i dubbi a propria disposizione. Di necessità, considerate le defezioni di Calhanoglu e Skriniar ma anche le condizioni tutto fuorché ottimali di mezza squadra, dovrà fare virtù. A maggior ragione in un mese che prosciugherà energie e il cui conto finale assomiglierà tanto al bilancio della stagione. Si spiega così la tentazione di rilanciare Correa già con i viola, si spiegheranno così, a meno di sorprese, le future rispolverate nei confronti di Asllani e Bellanova, magari anche Carboni. Nel tortuoso percorso verso un futuro insieme, è una dimostrazione che l’Inter chiede. Di più: della quale ha bisogno.