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Joao Pedro: "Un giorno tornerò a Cagliari. Retrocessione più dolorosa della vicenda doping"

Joao Pedro: "Un giorno tornerò a Cagliari. Retrocessione più dolorosa della vicenda doping"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 22:08Serie A
di Dimitri Conti

L'attaccante Joao Pedro, oggi all'Atletico San Luis in Messico e capocannoniere del campionato locale con 8 gol segnati in 11 presenze, è stato intervistato dall'edizione odierna di L'Unione Sarda: "Tutto bello e speciale, ma il Cagliari è il Cagliari. Solo la mia famiglia sa cosa vuol dire. E ci sto male quando leggo certi commenti: troppi malintesi, troppe cose passate sopra la testa. Ma quando sono andato via ho preferito rimanere in silenzio. Per quella maglia, comunque, ho dato tutto e la sento addosso".

Quindi Joao Pedro continua nelle sue dissertazioni a proposito del suo legame con il Cagliari: "Il Cagliari è la mia storia e la mia seconda pelle. Non ci sono ancora tornato, ma prima o poi lo farò. Non basterebbe un'intervista per elencare tutto ciò che mi manca. La mia compagna mi ripete in continuazione che devo tornarci, solo per provare di nuovo certe emozioni. E vi avviso che andrò di nascosto allo stadio, non mi vedrà nessuno. Ad Asseminello ci sono 8 anni di vita".

L'intervista di Joao Pedro prosegue e si conclude sempre a tema rossoblù: "Se fossi ancora a Cagliari, sarebbe una storia d'amore epica". Per poi entrare nel dettaglio dell'amara retrocessione in Serie B dopo la sfida con il Venezia: "Quest'estate vedendo Sinner seduto e battuto da Alcaraz dopo aver avuto più di un match point, pensavo: gli bastava un punto come a noi un gol quel giorno. Anche se poi da lì il Cagliari è potuto ripartire giocando una Serie B pazzesca con un gol di Pavo al 94'. E quel gol, forse, è stato più bello ed emozionante per chi ama il Cagliari di un eventuale nostro gol a Venezia. Detto questo, ero pronto a parlare e a metterci la faccia, ma non mi hanno fatto parlare. E lì ancora di più ho capito che il mio ciclo a Cagliari era finito. Ed è stata più dolorosa la retrocessione della vicenda doping, dove sapevo di non aver fatto niente di sbagliato".

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