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L'ex Banchini: "Il Como ha costruito la A in maniera graduale. Gabrielloni? Un top"

L'ex Banchini: "Il Como ha costruito la A in maniera graduale. Gabrielloni? Un top"TUTTO mercato WEB
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com
venerdì 7 giugno 2024, 21:04Serie A
di Claudia Marrone

"I record sono fatti per essere battuti. A Como avevamo fatto ben 89 punti, il Trapani è andato oltre: quando vinci il campionato è sempre qualcosa di straordinario, quando lo fai in questo modo è ancora altro. Noi poi perdemmo solo alla sesta giornata contro il Mantova, i siciliani non hanno invece mai perso, e hanno fatto qualcosa davvero di straordinario: ora sono loro quelli da battere": così, in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, mister Marco Banchini, chiamato a parlare di quel record di punti in Serie D che quello che allora era stato il suo Como deteneva da sei anni, e che ora è invece appannaggio del Trapani.

Promosso in Serie C, vincitore della Coppa Italia e ora in finale per la Poule Scudetto: "I risultati non arrivano mai a caso. Tra l'altro leggo che c'è la possibilità di tante riconferme della rosa che ha vinto il campionato di D, per poi alzare il livello della stessa: credo sia la cosa più sensata. quando c'è unione e gruppo certe emozioni si sfruttano l'anno dopo, la cavalcata dell'impresa fatta è qualcosa che rimane. Anche a Como andò così".

Riconferme. Allora fu riconfermato un certo Alessandro Gabrielloni, che ha trascinato il Como in A...
"Alessandro è un ragazzo che ho allenato da quel primo campionato, poi negli altri due anni in cui sono rimasto ho sempre visto un ragazzo con grande determinazione e senso del sacrificio, è migliorato costantemente e ha avuto anche la fascia di capitano, meritata per l'atteggiamento positivo sempre avuto. Ho fatto quasi 80 panchine in un club importante come quello, che mi ha arricchito tanto, e sarò sempre un loro tifoso, perché li ho avuto anche la possibilità di sbagliare. Sono passate tre proprietà diverse, compresa quella attuale, e già allora si capiva che avrebbero fatto qualcosa di speciale".

Non è stata quindi una sorpresa vedere il Como promosso?
"Direi di no, soprattutto nelle ultime gare ho visto quei segnali tipici di quando sei destinato a vincere, e il successo i lariani lo hanno costruito in maniera graduale. Poi il Direttore Ludi si è dimostrato lungimirante, prima ha fatto si che la squadra consolidasse la B, poi ha alzato l'asticella, con il supporto del club: e non è questione di soldi, il Como ha vinto anche con il coraggio delle idee, del proporre qualcosa di diverso. E quello che fa capire le intenzioni della priorità è il meccanismo che si è creato attorno alla squadra: parlo a esempio delle strutture o del merchandising. Io poi ho lavorato all'estero quattro anni, e se da un lato è vero che noi italiani siamo pionieri su tante cose, dall'altro è vero che avere anche membri stranieri nel gruppo dà sfumature diverse di idee che completano il quadro".

A proposito di idee e coraggio, tempo fa aveva parlato di una Carrarese come sorpresa dei playoff di C: detto fatto.
"Continuo a vedere la Carrarese come favorita. Negli anni il club ha saputo scegliere i giocatori consolidando prima un sistema, quello della linea a tre che non è in realtà conservativo ma varia molto nell'interpretazione, e poi alzando la competitività grazie 'doppioni' per ogni ruolo: questo ha cambiato la prospettiva di una squadra. Non conosco mister Calabro, ma vedo un gruppo consapevole dei propri mezzi e che riesce a determinate il risultato in base alla prestazione, ha aggressività e verticalità notevoli, partire da uno 0-0 centrato fuori casa è per loro positivo. E il fatto che non sia mai emersa un'individualità è un altro fattore positivo per il gruppo, che fa la vera differenza nel cambiare poi il valore di ciascun giocatore".

Una Carrarese non però giovanissima. Si discute ancora molto del tema under...
"Io nei giovani ci ho sempre creduto, a Como ho giocato con tanti under nonostante non mi fosse richiesto minutaggio, e anche a Pesaro avevo sempre 5-6 under sistematicamente in campo: non è una questione di regole, ma di idee. Anche ad Alessandria avevo 2-3 elementi giovani validi, ragazzi che danno quella spensieratezza che è poi utile in campo. Chiaro, gli errori si devono metter in conto, ma è più importante vedere come si reagisce all'errore. Guardiamo il Cesena, ha vinto con i giovani inseriti dal vivaio proprio che con un percorso graduale si sono fatti trovare pronti. E mi fa piacere vedere che in C si dia fiducia ai ragazzi, perché credo che questa categoria sia per loro un passaggio fondamentale, l'inizio di un percorso, come del resto lo è per i tecnici. Juventus e Atalanta che hanno poi fondato le Seconde Squadre ci hanno visto ancora più lungo"

Archiviata l'esperienza ad Alessandria è ora in attesa di un nuovo progetto. Si sta muovendo qualcosa?
"Ho fatto qualche colloquio, ma come dico sempre il calcio è domani, si deve pensare a chiudere il contratto. È importante partire dall'inizio".

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