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Lazio, Sarri: "I derby si giocano per vincere. Rovella da valutare, fiducia per Castellanos"

Lazio, Sarri: "I derby si giocano per vincere. Rovella da valutare, fiducia per Castellanos"TUTTO mercato WEB
ieri alle 15:30Serie A
di Marco Campanella

Dopo la sconfitta in casa del Sassuolo, la Lazio è pronta a vivere la partita più attesa dell’anno: domani alle 12:30 i biancocelesti scenderanno in campo nell’attesissimo derby della Capitale contro la Roma di Gian Piero Gasperini. Alle ore 15:00 odierne, Maurizio Sarri presenterà il match in conferenza stampa dal Centro Sportivo di Formello. Diretta testuale a cura di TMW.

14.40 - A breve l'inizio della conferenza stampa.

15.00 - Inizia la conferenza stampa di Sarri.

Quali sono le sue emozioni? Come sta la squadra?
"Le emozioni devono rimanere le stesse: è una partita particolare, estremamente sentita. Penso che queste siano tra le partite più sentite in Europa, uno dei derby più intensi e seguiti al mondo. Quindi, per forza di cose, le emozioni, così come il livello di adrenalina, sono molto alti. Gli acciaccati non lo so. Castellanos sembra essere più avanti, sembra recuperabile. Rovella lo valutiamo oggi. Per il resto, gli altri infortunati sono sempre fuori, forse. Per quanto riguarda Patric, ieri ha fatto una parte dell’allenamento con la squadra, quindi potrebbe essere in panchina, ma in un ruolo più simbolico che effettivo".

Dele-Bashiru come sta?
"Ha avuto un problemino, ma a freddo la mattina e ha fatto un controllo. Il controllo è assolutamente negativo. Oggi si dovrebbe allenare e dovrebbe essere dentro".

Sacchi dice che fisicamente la Roma è più avanti...
"Le squadre di Gasperini sono sempre le squadre fisiche e aggressive che ti creano notevoli difficoltà, quindi è una valutazione abbastanza corretta e chiaro che bisognerebbe essere su altissimi livelli tecnici per mandare a vuoto questo livello d'aggressività".

La Roma secondo lei è favorito?
"Non mi importa niente, il derby è una partita fra due popoli che dal punto di vista sportivo si odiano. Quindi io voglio solo che la mia squadra, favorita o non favorita, vada dentro e lotti per il proprio popolo. Poi chi è favorito non mi interessa, l'obiettivo è quello che noi dobbiamo lottare per il nostro popolo per 95-100 minuti, altrimenti sarà lunga la partita a 35 gradi penso, perché dentro allo stadio ci saranno 35 gradi. Non mi importa di niente".

Cosa chiede in particolare alla sua squadra?
"Domenica gli avversari si aspettavano un blocco difensivo abbastanza basso e noi abbiamo giocato contro questo blocco, andando poco a cercare di giocarci dentro. È chiaro che così fai fatica a diventare estremamente pericoloso. La partita ha dato la sensazione di essere sempre sotto controllo, perché i periodi difensivi non c’erano. Però poi si ha la sensazione che la squadra faccia il compitino invece di cercare di vincere ogni duello. Bisogna avere più coraggio nelle scelte, andare a giocare dentro e rendersi conto delle nostre caratteristiche. Noi siamo una squadra che deve attaccare gli spazi e non stare a palleggiare in una zona di campo troppo ampia. Quindi ho chiesto questo e stiamo lavorando su questo".

Che differenza c'è tra preparare il derby rispetto alle altre gare?
"La differenza è emozionale e motivazionale, e questo si riflette chiaramente in un livello di attenzione superiore da parte di tutti i giocatori. Queste partite hanno una componente motivazionale e emotiva che, secondo me, è superiore a quella di tante altre".

Come sta approcciando il derby? Si ricorda di quello perso? Invidia Gasperini che è solamente al primo?
"L'inconsapevolezza, appena entri in campo, prima del fischio d'inizio, diventa consapevolezza, e quella è un'altra storia. E quindi, io non lo so, mi sembrano sei derby giocati, uno perso, e mi ricordo solo quello. Mi ricordo questo disagio emotivo nei giorni successivi, questa tristezza infinita che mi entra addosso e che ti fa capire cosa significa il derby. Quasi una vergogna tornare al centro sportivo, io mi ricordo questo. E questa è la mia sensazione, il mio stato d'animo, ieri ne parlavo con i giocatori perché questo è il derby. È una partita in cui, se non fai tutto quello che devi fare, sotto tutti i punti di vista, rischi di deludere un po'. E se succede, te lo senti addosso in maniera pesante. Per cui, questo deve essere stampato nei nostri cervelli e nei nostri cuori. E da questo punto di vista non dobbiamo sbagliare niente. Qual è l'importanza di un derby se non per vincere? Io penso che il derby si giochi per vincere. Se può fare contento qualcuno, allora bisogna vincere".

Pedro sarà titolare oppure un'arma a gara in corso?
"La partita la giocherà, non so se in parte o se dall'inizio, ancora non abbiamo deciso. C'è da valutare cosa ci rimane a disposizione per poter eventualmente cambiare la partita, ci sono tante cose da considerare. Però sicuramente su Pedro ci facciamo un grande affidamento. Un giocatore così nelle partite è importante, ha sempre fatto prestazioni significative, quindi ci facciamo affidamento, poi vediamo quando".

Che ne pensa dell'orario delle 12:30? Lei e Gasperini siete valori aggiunti delle due squadre?
"Se dipendesse solo da noi, gli ultimi 20 campionati li avremmo vinti io e Gasperini, ma non è così. Io e Gasperini giochiamo da più di 20 anni e in tutto questo arco di tempo è cresciuto. Rispetto profondamente la valutazione che ho di lui come uomo e come persona. Giocare contro invece che dividerci, alla fine ci ha accomunato. Quindi è un grande allenatore, una persona che rispetto profondamente e che sicuramente in questa stagione alla Roma darà tanto. Ma domani è il derby, domani siamo parecchio contro".

Il derby può accendere la Lazio?
"Ma finora abbiamo fatto una bruttissima partita a Como, abbiamo fatto una buona partita a Verona, la partita di Sassuolo se mi chieda a me, allenatore, come siamo stati in campo a livello strutturale: la squadra è stata corta, compatta, ordinata, quindi ho fatto una buona partita dal punto di vista tattico. Se mi chiedi l'interpretazione della partita, ti dico che c'è mancato qualcosa a livello di continuità di pressione, per quanto riguarda la fase difensiva c'è mancato qualcosa, e ne abbiamo parlato prima, a livello di qualità offensiva, ma quello è un aspetto che va un po' oltre il mio obiettivo. Se mi parli dell'aspetto puramente tattico, secondo me non abbiamo fatto una brutta partita, mi parli dell'interpretazione che abbiamo avuto a livello qualitativo e di mentalità, potevamo fare molto, molto meglio. Abbiamo avuto 12 palle ferme a favore loro, abbiamo preso gol due su palle ferme e uno su azione, quindi qualcosa abbiamo sbagliato".

Le sue emozioni sono le stesse della prima esperienza alla Lazio?
"Di più, forse di più, perché il tempo ti fa affezionare e amare sempre di più l'ambiente, la squadra, e quindi questo è inevitabile. Di più, perché diciamo che quest'anno sulle spalle me la sento maggiormente io, e quindi l'intensità dell'emotività è la stessa. Forse di più".

Lei sembra non aver le idee chiare...
"Io ho le idee chiarissime. Non si dà uguaglianza a certi momenti delle partite, ma la squadra è molto ordinata, corta e compatta. L'obiettivo primario per la società era cercare di dare maggiore solidità a questa squadra. Poi c'è bisogno di tirare fuori la qualità. Non la stiamo tirando fuori per motivi tattici o perché non abbiamo le carte in regola. Vediamo, tra qualche mese avremo le idee più chiare".

Modric è un leader, mentre Pedro...
"Sono due ruoli diversi.. per Pedro l'intensità conta molto molto di più e quindi stiamo cercando di preservarlo facendolo giocare, ma senza metterlo a rischio per 90 minuti a inizio stagione, dato che dopo non sappiamo le reazioni. Inoltre, Pedro ha avuto una tendinite bilaterale in tutto questo periodo e lo abbiamo tolto degli allenamenti, gli abbiamo fatto fare una settimana di riposo nel momento della sosta delle nazionali. Quindi è una gestione che prende in considerazione diverse cose".

Su cosa è più forte la Lazio rispetto alla Roma? Cosa vuol vedere dalla sua squadra domani?
"Voglio vedere da parte della squadra il lavoro sul campo che, in questo momento, non riusciamo a trasportare pienamente in partita. È tanto, e ti devo dire la verità, è fatto anche abbastanza bene. Ne parlavo con la squadra in questi giorni, siamo l'unica squadra che io ho allenato che mi lascia la sensazione di avere più ritmo e più intensità in allenamento che in partita. Quindi vuol dire che ancora qualcosa ci sta frenando in partita. Non lo so, dobbiamo essere più forti domani, caratterialmente".

Come cambia la preparazione giocando alle 12:30?
"È chiaro, la probabilità che i ritmi siano alti è alta. Io penso che l'orario alla fine sia pesante per noi, è pesante per loro, ma l'orario di domani non è una sconfitta della Lazio o della Roma, è una sconfitta del calcio, secondo me anche delle istituzioni. Se chi deve mantenere l'ordine pubblico prende queste decisioni... è una missione difficile mantenere l'ordine pubblico. Quindi è una sconfitta per il calcio, però abbiamo a quest'ora grandi difficoltà, e si torna all'unico discorso che sto facendo fin dall'inizio: non ce ne deve importare niente. Se c'è una partita per cui vale la pena soffrire il caldo, è questa".

Zaccagni come lo vede?
"Sta crescendo piano piano, è chiaro che anche lui ha fatto l'estate con l'intervento, quindi le difficoltà iniziali erano inevitabili, però sta crescendo. A livello di maturità, come uomo, mi sembra cresciuto e, piano piano, potrebbe diventare un capitano importante".

Cosa ha ritrovato nella tifoseria laziale?
"Nella stragrande maggioranza, i tifosi della Lazio sono persone molto pazienti. Poi ci può essere una frangia più piccola, ma nella stragrande maggioranza è così. Gli accomuna un amore smisurato per questa maglia, un amore che io, in tanti anni di carriera, ho visto solo qui e a Napoli. E questo è il motivo per cui ti dico che da fuori è difficile capire, ma quando ci sei dentro, lo impari. E questo è il vero motivo: vedi proprio un attaccamento, un amore viscerale verso questa maglia. E questo, secondo me, è importantissimo, sarebbe fondamentale riuscire a trasmettere ai giocatori questo senso di appartenenza. Nel calcio attuale non è qualcosa di estremamente semplice, però sarebbe molto importante e gradito".

Rovella come sta? Isaksen e Vecino invece?
"Rovella lo valuteremo e lo butteremo dentro, tra mezz'ora si valuterà se ce la può fare o no. Ieri ha fatto solo una piccola parte dell'allenamento con la squadra, aveva ancora un po' di dolore, oggi lo valutiamo. Vecino è ancora in mano all'area medica, sta facendo degli allenamenti differenziati e io spero che la prossima settimana ritorni perlomeno a disposizione per cominciare ad allenarsi con noi. Isaksen è un ragazzo che si sta allenando da poco, e questa è una parte del problema. Non è che si sta allenando da poco, ma aveva una caviglia più gonfia ed era malato. Questa è la parte più grande del problema, quindi sarà un percorso per farlo tornare in grande condizione, ma non è un percorso istantaneo".

Dele-Bashiru sarà titolare?
“Non lo so, vediamo. Non mi sono mai lamentato degli assenti, se non gioca uno gioca un altro”.

Dobbiamo aspettarci una gara giocata a viso aperto o più lenta?
“Forse un gioco più lento potrebbe dipendere dalle temperature, poi queste partite dipende dall’evoluzione del match, dipende se sia molto tattica. Bisogna prepararsi a tutti e due gli eventi perché determineranno poi la via che la partita può prendere”.

15:30 - Termina la conferenza stampa.

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