Marotta difende la sua scelta su Chivu. Ma qual è il rispetto per José Mourinho?
"Io mi meraviglio che le persone si siano sorprese della bravura di Cristian. L’abbiamo scelto perché rappresenta valori importanti, c’è stato il coraggio di andare controcorrente anche a livello mediatico. Qualcuno addirittura evocava Mourinho, che con tutto il rispetto... Se non avessi avuto coraggio mi sarei pentito". Giuseppe Marotta combatte il ricordi di José Mourinho con la freschezza di Christian Chivu.
L'Inter è prima in classifica, a punteggio pieno in Champions (incontrando solo squadre abbordabili, la più difficile era l'Ajax in difficoltà in Olanda) e sta vivendo un ottimo momento con il primo utile da 35,4 milioni di euro, conquistato fra nuova Champions e Mondiale per Club. È difficile quindi dire che le scelte operate dall'amministratore delegato possano essere (troppo) messe in discussione. C'è un però: Chivu è uscito contro un club abbordabile al Mondiale per Club, mentre Mourinho è stato il penultimo a portare un trofeo internazionale alla Serie A. Sarà pure Conference, molto differente rispetto alla Champions, ma è pur sempre un segnale.
Il Parma di Chivu si è salvato per il rotto della cuffia all'ultima giornata, Mourinho è arrivato secondo dietro al solito Galatasaray. Poi sì, è uscito dalla Champions contro il Benfica (che ora allena). Non può essere considerato un profilo per forza sbagliato. Poi, certo, Chivu potrà fare grandi cose da qui in poi ed è giusto che Marotta difenda la propria scelta. Ma nel calcio la storia è difficile da cancellare.











