Parla il padre che ha aggredito il portiere 13enne: "Avevo timore per mio figlio"

Come se non bastassero gli episodi di violenza cui si assiste negli stadi della massima serie, negli ultimi giorni a scuotere il calcio italiano è giunta la notizia dell'aggressione di un portiere 13enne a Collegno, da parte del padre di un giocatore avversario, che stava guardando la partita dall'esterno del campo.
Il 40enne protagonista della vicenda ha parlato a La Gazzetta dello Sport del fatto: "Ho agito per difendere mio figlio a terra, ma non è l’esempio che avrei voluto dargli. Cosa mi ha detto mio figlio? Mi ha detto che non avrei dovuto reagire così, anche in una situazione, per lui, di grande timore per ciò che stava subendo".
Poi ha aggiunto una riflessione sul gesto di violenza, che però cerca di far capire sia nato dalla paura per il proprio figlio: "La violenza va sempre condannata. Sempre, da qualsiasi parte arrivi: quando sei genitore, purtroppo, in certe situazioni, si perde lucidità vedendo il proprio figlio in pericolo. Ho visto mio figlio a terra, colpito da più avversari: ho avuto la percezione di un’azione violenta ai suoi danni, non di un semplice diverbio sportivo. Da qui, come detto prima, la paura e l’istinto mi hanno fatto fare quello che non rifarei".
