Ranieri smentiva, ora tratta: il giallo della panchina giallorossa

Era il 27 marzo 2025 quando Claudio Ranieri, con il solito tono fermo e bonario, nella conferenza stampa pre Lecce-Roma tagliava corto su una delle voci più insistenti di quei giorni: “Gasperini alla Roma? Non sarà lui l’allenatore della prossima stagione.” Parole nette, definitive. Parole che, come spesso accade nel calcio, erano vere... fino a prova contraria.
Esattamente due mesi dopo, il 29 maggio, lo stesso Ranieri (affiancato dal direttore sportivo Florent Ghisolfi) saliva su un treno diretto a Firenze per un pranzo riservato. Destinazione: un ristorante discreto fuori dal centro storico, lontano dai taccuini ma non abbastanza da sfuggire ai radar. Ospite speciale? Gian Piero Gasperini. Sì, proprio lui, quello che “non sarebbe mai stato l’allenatore della Roma”.
Cos’è cambiato in quei sessanta giorni?
La pista Fabregas, che per settimane ha infiammato l’ambiente, è stata davvero più di una suggestione? C’è chi racconta di una lunga videochiamata con i Friedkin, di una lista di collaboratori già pronta e persino di un contatto con Daniele De Rossi per un ruolo da trait d’union. Poi, il silenzio. Qualcosa si è rotto o semplicemente si è capito che il tempo non era maturo?
Nel frattempo Gasperini, dopo una stagione intensa con l’Atalanta, ha aperto spiragli dove prima c’erano solo chiusure. La Roma, che aveva bisogno di un progetto tecnico credibile e immediatamente competitivo, ha riallacciato i fili. È stato Ranieri a fare da garante: l’uomo che con la Roma ha un credito infinito, anche oltre il campo.
Il pranzo di Firenze, più che una stretta di mano, è sembrato una prova generale di un matrimonio possibile. Ghisolfi ha presentato la visione, Ranieri ha rassicurato, Gasperini ha ascoltato. Si è parlato di giocatori, di metodi, di libertà operativa. E anche, pare, di Roma, la città, il carattere, la pressione.
La verità, come spesso accade nella capitale, si mescola alle suggestioni. Ma un dato resta: quando la Roma sceglie, lo fa quasi sempre in silenzio. E magari, proprio mentre nega, prepara.
Il campo parlerà. Il tempo deciderà. Ma intanto, su quel treno per Firenze, forse è salita una nuova storia.
