Roma, Soule lo dice a chiare lettere: "Se l'Italia chiamasse, direi 'no grazie'"

In questa sosta per le Nazionali ha fatto discutere il caso-Soulé: il fantasista della Roma non è stato chiamato dall'Argentina di Scaloni, provocando la reazione dell'agente del giocatore della Roma, che ha aperto all'ipotesi di giocare per l'Italia. Lo stesso giocatore però - come da anticipazione di ieri - ha confermato quanto vi abbiamo raccontato qui su TuttoMercatoWeb.com sulla sua volontà di giocare per l'Argentina.
In una intervista a Il Messaggero il fantasista ha ribadito in modo forte e chiaro che non solo non c'è oggi questa possibilità, ma che nemmeno la prenderebbe in considerazione qualora qualcuno dalla Federazione italiana lo chiamasse: "Nessuno dell'Italia mi ha più ricontattato e anche lo facessero direi “no grazie”. La mia idea, quella di sempre, è di giocare per la Seleccion", ha detto.
Tornando sulle parole del suo agente, ha spiegato: "Se è cambiato qualcosa rispetto a quelle parole? No, è tutto uguale. Mi sento argentino, sono argentino. Lo dissi anche a Spalletti, che ringrazio. La mia idea è sempre quella, giocare con l’Argentina. Forse il mio procuratore era un po’ arrabbiato quando ha letto le convocazioni di Scaloni".
Poi ammette: "So ovviamente che non è facile perché ci sono molti giocatori forti lì. Mi fa ovviamente piacere l’interesse di una nazionale forte, storica, come quella italiana, ne sono orgoglioso ma non cambio idea. Vorrei giocare per la squadra del paese in cui sono nato".
Una battuta poi anche su Retegui, argentino che ha scelto l'Italia: "Che effetto fa vederlo cantare l'inno italiano? È un po' strano, anche io ho la doppia cittadinanza. Però per me sarebbe strano. Se il ct Scaloni mi ha chiamato? No, non ho parlato ancora con nessuno".
