Soule ammette: "Il paragone con Iturbe faceva male. Futuro? A vita alla Roma"

Matias Soulé si impone nella nuova Roma di Gian Piero Gasperini: la stagione giallorossa è iniziata nel segno dell'attaccante argentino, subito protagonista con gol e giocate decisive.
Nel corso di un'intervista rilasciata a Il Messaggero oggi in edicola, Soulé ha parlato anche di quando, arrivato nella Capitale, c'era chi lo paragonava con il connazionale Iturbe, che non riuscì a lasciare il segno alla Roma: "Paragone con Iturbe? Quelle cose fanno male. Soprattutto lo scorso anno non volevo leggere nulla ma poi alla fine arrivano comunque. L’importante però è la testa, non ho mai mollato, anche quando non giocavo. È stato importante quel momento, esserci mentalmente. Non avevo iniziato bene, avevo tante aspettative su di me, volevo fare in 10 minuti quello che si può fare in 90, e non andava mai bene", ha spiegato.
La svolta? Il cambio in panchina: "Per fortuna è arrivato Ranieri: all'inizio mi vedeva in allenamento e quando avevo il pallone tra i piedi mi diceva "eh sì, fatte un altro giro...". Poi mi ha preso da parte e mi ha detto - visto che le cose non mi riuscivano - di cercare la semplicità, e che tutto sarebbe arrivato da solo. Mi ha dato tranquillità, mettendomi in campo e dandomi fiducia".
Spazio poi a una speranza per il suo futuro e per quello di un amico: "Dybala? Non so se sarà il suo ultimo anno alla Roma, io sinceramente spero rimanga a lungo qui. Insieme a me? Certamente, mi vedo a lungo nella Roma. Penso che sia il sogno di tutti, ambire a tagliare certi traguardi con questa maglia. Se chiudo gli occhi mi immagino di essere qui a vita. Poi lo so da solo che le cose possono cambiare ma il mio desiderio è questo".
