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Rombolà: “Stadi? Ogni big in Europa ha il proprio. Il calcio ormai non è solo la partita”

Rombolà: “Stadi? Ogni big in Europa ha il proprio. Il calcio ormai non è solo la partita”TUTTO mercato WEB
giovedì 22 febbraio 2024, 19:41Serie A
di Lorenzo Di Benedetto
Piazza Affari
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Ospite: Avv. Carlo Rombolà Piazza Affari con Cristiano Cesarini
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L’avvocato Carlo Rombolà è intervenuto durante il programma “Piazza Affari” a TMW Radio per commentare vari temi.

Sull’idea della ristrutturazione di San Siro? Risolverebbe tutti i problemi?
“Il dato da cui partire è che ogni grande club ha il suo stadio di proprietà. Questo la dice lunga su quanto e come può essere profittevole avere un impianto da sfruttare. Senza dubbio uno stadio di proprietà sarebbe più utile. Detto ciò bisogna fare i conti con la realtà italiana che è diversa da tutta Europa, dal punto di vista politico, culturale e burocratico. L’esperienza italiana è ancora troppo cavillosa per pensare a breve tempo. In poche città si parla di questo caso. La potenza evocativa di San Siro, poi, ha pochi eguali al mondo. Ci può stare perciò che il tifoso appassionato non si voglia allontanare, ci può stare che i club vogliano il proprio business lì e che l’amministrazione non se ne voglia privare. In tutto ciò ricordiamoci che uno stadio di proprietà alza i ricavi ma è un’ulteriore spesa”.

E sull'ipotesi di giocare anche durante i lavori, Scaroni propone eventualmente una fideiussione che indennizzi dell'incasso del match se non si può giocare.
“Andare a bloccare per un tempo indefinito la disputa delle partite a San Siro significherebbe una diminuzione di ricavi per entrambi i club. Andando a memoria, a parte il caso del Real Madrid durante il Covid (che giocò a Valdebebas) e il Barcellona (che quest’anno disputa le sue partite a Montijuic), in Italia ricordiamo il trasloco temporaneo di Lazio e Roma al Flaminio durante il rifacimento dell’Olimpico in vista dei Mondiali ‘90, e questo la dice lunga sullo stato di modernità dei nostri stadi. Battute a parte, giocare in uno stadio-cantiere si può fare, ma nel 2024 l’evento sportivo non è più soltanto una gara tra atleti, ma anche e soprattutto, uno show, con tutti gli annessi e i connessi. Con un prima e un dopo e un durante. In questo senso, credo abbia ragione Cardinale quando dice che sarà impossibile far conciliare le due cose e se una fideiussione potrà ristorare i club dalle eventuali perdite, di certo non rimborserà i tifosi dallo spettacolo che non potranno godersi”.

Sull’ipotesi di una comproprietà per il nuovo stadio?
“Uno stadio con due comproprietari mi sembra affascinare e sarebbe l’ennesima sfida della Milano sportiva. L’idea che due grandissimi club hanno uno stadio in comproprietà rappresenterebbe la nuova frontiera dell’utilizzo degli impianti sportivi che avrebbe come pionieri l’Italia”.

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