Scelte forti, gioco aggressivo e allenamenti più lunghi: è tutta un'altra Inter con Chivu
L'Inter è cambiata. Ma come è riuscita a togliersi il peso di una finale di Champions League persa malamente (5-0) contro il PSG e di uno Scudetto perso nelle ultime giornate contro il Napoli? La Gazzetta dello Sport, in edicola oggi, propone un focus a riguardo e si sofferma sul principale iniziatore dell'opera: Cristian Chivu. Grazie al nuovo tecnico nerazzurro, la squadra ha cambiato forma, diventando più dedita al sacrificio, alla mentalità del predominio in campo, predisposta alla verticalità e all'aggressività.
Una formula che ha permesso di tornare al primo posto in Serie A e pure in Champions League. Un cammino non privo di ostacoli, perché le due sconfitte di fila tra Udinese e Juventus ne sono piovute di critiche. Così come sono emersi dei dubbi sull'operato di Chivu. Eppure, i progressi sono evidenti e la classifica parla. E secondo la Rosea, parte del merito va agli allenamenti più duri e lunghi proposti ad Appiano Gentile dal tecnico romeno.
Un netto distacco rispetto a chi lo ha preceduto, ossia Simone Inzaghi. Con Chivu è tornato entusiasmo, cattiveria e fame di vittorie. In parte grazie a scelte forti che hanno visto, ad esempio, una rotazione importante della squadra, una protezione di Sommer dopo gli errori nel derby d'Italia, così come la rivitalizzazione di Calhanoglu dopo i fastidiosi rumor sul Galatasaray in estate. Così come il coraggio di proporre ripetutamente Pio Esposito in attacco e titolare in certe occasioni, scovando anche in Bonny l'altro tesoro che potrà far rifiatare la Thu-La nel corso della stagione.











