Tomori: "Milan scelta migliore che potessi fare. Leao può vincere il Pallone d'Oro"
Intervenuto al podcast FilthyFellas, il difensore del Milan e della Nazionale inglese Fikayo Tomori si è raccontato a 360°. Queste le sue dichiarazioni, a partire proprio dal sogno di tornare a vestire la maglia dei Three Lions: "Ho parlato durante l'estate con Thomas Tuchel per conoscere le mie chance di tornare in Nazionale e lui mi ha detto: 'Ci sei quasi, continua così'. Se non sbaglio è venuto a vedere un derby, quello che abbiamo pareggiato, se non sbaglio. So che ci seguono, Ruben (Loftus-Cheek, ndr) è stato chiamato recentemente. È ovvio che vengono seguite molto di più le partite in Inghilterra, perché è anche più semplice per loro presenziare. Però no, non penso di non venire chiamato solamente perché sono in Italia, devo solo continuare così".
Sull'esperienza in Italia: "Ho sempre saputo che avrei giocato all'estero, non so perché. Quindi quando è arrivato il Milan non mi è pesato andare via, insomma è il Milan. Se è stata la miglior scelta che potessi fare? Certamente. Non è stato difficile trasferirmi, era il periodo del COVID, ma all'infuori di ciò è stato semplice. Se pensavo che sarei rimasto oltre il primo prestito di 6 mesi? Nel 2020 penso di aver giocato qualcosa come 5 partite e pensavo: 'Ok devo tornare a giocare'. Quando ho iniziato a giocare ho capito subito come gli italiani vivono il calcio. Se giochi bene loro ti trattano come il migliore che abbiano mai visto, come il re del mondo. Ho raggiunto quello status e stavo davvero bene, così non pensavo al futuro: qualsiasi cosa sarebbe capitata sarebbe andata bene. Così verso marzo/aprile, Maldini e Massara vennero da me e mi chiesero se volessi rimanere. Qualche minuto dopo il mio agente mi contattò dicendo che se quella era la mia decisione, era già tutto fatto: mi avrebbero riscattato".
Sulle sfide contro Cristiano Ronaldo: "Ronaldo giocava alla Juve all'epoca e io pensavo: 'Oggi non posso farlo segnare'. E in qualche modo non avevo pressioni, ha segnato talmente tanti gol che se avesse segnato nessuno avrebbe fatto caso che ha segnato proprio a me. Non potevo permettergli di toccare la palla prima di me, se lui ci arrivava prima era fatta. In Italia, comunque, si difende diversamente, ci sarebbero stati pochi 1 vs 1 perché saremmo stati in due su di lui".
Su Ibrahimovic: "Ibra è la persona più competitiva che io abbia mai conosciuto nella mia vita, in tutto. Quando giocavamo con i ragazzi delle giovanili voleva sempre che la palla gli venisse data perfettamente nei piedi, altrimenti poveri loro. Nei 5 vs 5 non accettava perdere, potevamo continuare a giocare finché la sua squadra non avrebbe vinto, altrimenti rientrava dentro gli spogliatoi furioso e faceva un casino. Se la sua mentalità è contagiosa? Si, certo. Tu non vuoi mai essere quello che gli dà il pallone male, glielo dai come piace a lui e stai tranquillo. Lui non ti permette di fermarti, non ti permette di prendertela con calma. Anche nell'ultima gara della stagione, dove a fine primo tempo vincevamo 3-0, lui è rientrato negli spogliatoi e ci ha fatto capire che non era finita. Anche ora nel nuovo ruolo, è sempre competitivo. Dove si trova nella classifica dei giocatori con cui hai giocato? Al top. Quando l'ho conosciuto aveva già 39 anni eppure era ancora fortissimo. Immaginate quando aveva 25, 26 anni".
Sulla sua top 3 dei compagni al Milan: "In questa top 3 metto assolutamente Modric. Quando è arrivato nessuno sapeva cosa aspettarsi, ma già dopo il primo allenamento avevamo capito tutto. Qualcuno, quel giorno, negli spogliatoi gli chiese se avesse mai perso la palla. La risposta era no ovviamente. È incredibile, ma stiamo parlando di un Pallone d'Oro, questo è il livello. Poi ci metto Reijnders. Quando guardo il City lui è sempre nella posizione giusta per segnare, ma a volte la palla non gli arriva. Quando era al Milan si divertiva, troppo forte nello stretto. Poi c'è Theo, quando lui e Rafa partivano sulla sinistra c'era poco da fare. Theo non era uno che amava sprintare senza palla, ma con il pallone tra i piedi diventava velocissimo. Leao? Lui potrebbe tranquillamente vincere il Pallone d'Oro. È alto, è forte, è veloce, sa dribblare. Ha tutto per essere uno dei migliori".
Sulla pressione al Milan: "I fan hanno grandi aspettative da noi. Hanno visto Maldini, Nesta, Stam, Kaká, ecc. Hanno visto giocare tutti questi grandi giocatori. Nella mia posizione hanno visto grandi difensori, quello è il loro standard. Si aspettano quello ad ogni partita. Come reagiscono quando gioco male? Mi ricordo una volta, ero in un cafè con mia madre ed è passato un ragazzo, mi ha notato e mi ha detto: 'Fik, mi raccomando', del tipo 'mantieni la concentrazione".
Sulla chiamata di Paolo Maldini: "Il mio agente mi disse che mi avrebbero chiamato su Zoom, ma non mi aspettavo lui. Quando mi chiamò realizzai con chi stavo parlando. Non ci credevo e quando la chiamata terminò ero scioccato".
Sulle squadre che vorrebbe affrontare: "Contro squadre inglesi ho giocato e segnato contro il Liverpool, ma uscimmo sconfitti. Abbiamo battuto il Newcastle e il Tottenham. Quando gioco contro di loro è normale pensare che le persone ti guardino e vuoi dimostrare loro di cosa sei capace. Tutti sono sempre eccitati nel giocare contro una squadra inglese. Se c'è una squadra contro la quale vorrei giocare? Barcellona, Yamal è fortissimo. Mi piacerebbe incontrare anche il PSG. Ho parlato con Musah, che ora gioca all'Atalanta, quest'anno li hanno sfidati in Champions League e mi ha detto che è la squadra più forte contro la quale ha mai giocato e mai giocherà".
Sullo scudetto nel 2022: "Vincere la Serie A è stato incredibile, specialmente perché nessuno ci dava favoriti. Noi sapevamo l'avremmo vinto, ma quando ce lo chiedevano rispondevamo sempre che guardavamo partita per partita e non ci pensavamo. Ricordo l'ultima partita, giocavamo fuori casa, e mi chiesero quanti biglietti per la partita mi servivano. Mi dissero di sbrigarmi perché il sito del Sassuolo era ormai in crash: i tifosi rossoneri stavano acquistando tutti i biglietti. Ci sono 4 tribune: in una c'erano i tifosi di casa, nelle restanti c'erano solo tifosi del Milan. Quando arrivammo allo stadio, due ore prima, lo stadio era già pieno. Al fischio finale tutti quanti invasero il campo, era pazzesco, ci abbracciavano e baciavano. Incredibile, per non parlare della parata in città".
Sulla differenza tra Serie A e Premier League: "Ho parlato con Malick Thiaw, che ora gioca al Newcastle e mi ha detto che tutti i team in Inghilterra vogliono sempre vincere. In Serie A è diverso, faccio un esempio: se a San Siro arriva il Pisa, loro giocano per non perdere. Se il Sunderland va a giocare contro l'Arsenal a Londra, vuole vincere".













