Tudor: "Mondiale sfida entusiasmante. E la Juventus gioca sempre per vincere"

Igor Tudor, allenatore della Juventus, ha parlato ai canali FIFA in vista del Mondiale per Club: "Sarà una cosa nuova, bella, entusiasmante. Intanto perché è la prima, poi perché ci sono tante squadre forti in questo torneo. Una di quelle cose che immaginavi da bambino, una sfida per capire chi è più forte. E ora ci sono tutti i migliori al mondo assieme, è una cosa bella anche da vedere oltre che da giocare. Sì, siamo emozionati".
Cosa sarà per voi questa manifestazione?
"Ognuno ha il massimo delle aspettative, la Juventus gioca sempre per vincere. Andremo per provare a fare il meglio e combattere gara dopo gara. Il calcio unisce, il pallone è il giocattolo più bello mai inventato nella storia dell'uomo. Unisce tutti sul rettangolo verde e non conosce differenze".
Conosce già gli USA?
"In America sono stato un paio di volte da giocatore con il club, c'è una cultura diversa. Ogni paese ha delle cose da scoprire, sicuramente sarà organizzato tutto con la massima qualità. E alla fine tutti vanno là per vincere".
Che significa per lei la Juventus?
"La Juventus è speciale. Soprattutto per la cultura del lavoro che è sempre stata fondamento del club. Si sanno le gerarchie, c'è voglia di sacrificio quotidiano, di resilienza verso tutto. Di voler dare sempre il massimo. Questo rappresenta la Juventus, oltre ad essere vincente".
Come sta andando questa esperienza?
"Sento di essere nel posto giusto: sono qui da un mese ma mi sento bene. Sono motivato, voglioso e circondato da persone di qualità, che mi vogliono bene e sono qui per aiutarmi".
Che le viene in mente di sport americani?
"Da bambino c'erano i Chicago Bulls in cui giocava il mio concittadino Toni Kukoc, con gli altri grandi del tempo. E poi il più grande sportivo di tutti i tempi, Michael Jordan. Non dico un idolo, ma uno da ammirare come qualcosa sopra a tutti. Una poesia, una dominazione mai vista in altri sport. Uno che voleva sempre soffrire, con la fame di voler essere più forte".
Lei ce l'ha questa fame?
"Si gioca per vincere, io ho sempre avuto questa voglia di vittoria anche quando ero piccolo. Quando diventi allenatore, capisci che per arrivare a vincere devi fare tante cose e che la vittoria è conseguenza di quelle. Quando scegli quelli affamati, che non vogliono perdere neanche in allenamento, hai già fatto un buon lavoro".
Conclusione su Yildiz.
"Ci sono giocatori che sanno fare gol e assist, quelli che balzano più agli occhi. Ma un mix di numero 9 e 10 come lui, che vede la porta ma ti fa giocare bene, sono rari. Lui ha una dote, la mentalità, l'essere dentro ogni allenamento ed esercizio, senza paura. La personalità va coltivata e cercata nei giocatori, non è scontata nelle nuove generazioni".
