Umtiti: "La salvezza col Lecce come il Mondiale. Corvino? Gente come lui fa la differenza"
A 32 anni ha già appeso gli scarpini al chiodo di una carriera comunque leggendaria, fatta di tanti successi con la maglia del Barcellona e della Francia, culminata con la vittoria del Mondiale in Russia nel 2018. Samuel Umtiti, passato anche da Lecce nella stagione 2022/23, si è raccontato a La Gazzetta dello Sport: “Oggi mi godo la famiglia e mi tengo impegnato. Vivo a Parigi ma vado spesso a Barcellona, commento la Serie A per Dazn in Francia e studio da allenatore. Il Lecce? La prospettiva mi affascinava e, dopo aver giocato in Francia e in Spagna, sentivo la necessità di scoprire il vostro calcio. Arturo Canales, il mio procuratore, mi parlò del Lecce e, fortunatamente, mi convinse: in Italia si matura tanto tatticamente, specialmente se sei un difensore”.
C’è un allenatore a cui vorrebbe assomigliare.
“In Italia stimo Baroni perché l’ho visto adattarsi a ogni contesto. Nel mio Lecce non c’erano i mezzi per giocare come avrebbe desiderato, eppure raggiunse la salvezza valorizzando ciò che aveva a disposizione. Più tardi ha fatto vedere grandi cose. Verona, Lazio, ora Torino. Le sue squadre giocano bene e lui fa della comunicazione il suo punto di forza”.
Si aspettava una tale esperienza in una realtà come quella salentina?
“No, però Corvino me l’aveva anticipato. Disse che, una volta che arrivi a Lecce, ti innamori della gente, della città. Mmm… non ero tanto convinto, venivo da Barcellona! E, invece, aveva ragione lui: si è creato un rapporto indissolubile. Ho vinto un Mondiale, eppure la salvezza conquistata contro il Monza, a livello emotivo, ha un valore speciale. Cosa mi disse Corvino per farmi firmare? Disse che io potevo diventare la fidanzata del Lecce e, magari, un giorno pure la moglie. Mi colpì la sua sincerità: parlava solo di lavoro, sacrificio e passione. L’onestà per me viene prima di tutto e persone come Corvino, nel calcio, fanno la differenza”.











