Rimini, le incognite su Scarcella: la sua società ha solo 3 dipendenti

Negli ultimi giorni, il Rimini ha fatto notizia annunciando l'arrivo di una nuova proprietà, ma ci sono più domande che risposte riguardo a questa operazione. Un'inchiesta del Corriere della Sera ha messo in luce tre anomalie principali legate alla compravendita del club biancorosso, attualmente in Serie C e con ben sei cambi di proprietà negli ultimi 15 anni.
Al centro della vicenda c'è Giusy Anna Scarcella, un'imprenditrice brianzola di 38 anni nel settore del fotovoltaico, che si è presentata come la possibile salvezza del calcio riminese. "È un’operazione di marketing", ha affermato, sottolineando come il club possa offrire visibilità alla sua azienda. Tuttavia, al momento non c'è stata alcuna cessione effettiva delle quote, che sono attualmente sotto sequestro conservativo autorizzato dal Tribunale di Milano per un credito di 175 mila euro nei confronti del precedente proprietario. È stato firmato solo un preliminare, ma non si sa quanto sia vincolante.
Un altro aspetto sorprendente è la nomina, avvenuta tramite social media, del nuovo presidente: Valerio Perini, venditore di pannelli solari e specialista di call center, che è già molto attivo su Facebook con i tifosi, nonostante manchino gli atti ufficiali necessari per il suo insediamento.
Infine, l'attenzione si sposta sulla società acquirente, la Building Company di Carate Brianza, di cui Scarcella è l'unica azionista e amministratrice. L'azienda ha sede amministrativa in Irpinia e conta solo 3 dipendenti, ma ha riportato un incredibile aumento dei ricavi: da 60mila euro nel 2021 a oltre 7 milioni nel 2023. Tuttavia, non ci sono ancora notizie sul bilancio 2024. Il capitale sociale è di due milioni, di cui 1,8 derivano dalla valutazione – basata su dati forniti dalla stessa Scarcella – dell’app “I-Junk”, per la gestione dei rifiuti fotovoltaici, che non è mai stata lanciata sul mercato.
Una proprietà priva di esperienza nel mondo del calcio, con conti poco chiari e una struttura aziendale ridotta al minimo: ci sono molti elementi che sollevano interrogativi sulla sostenibilità del progetto e sulla reale capacità di rilancio. Fiducia, dicono loro. Ma per il momento, più che fiori, ci sono solo spine.
