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Andrea Scanzi: "La storia di Antonio “Toni” Rudiger, campione d'Europa"

Andrea Scanzi: "La storia di Antonio “Toni” Rudiger, campione d'Europa"TUTTO mercato WEB
martedì 1 giugno 2021, 05:43Altre Notizie
di Redazione TMW

Tra le tante storie che si possono estrarre dal Chelsea, praticamente mai ritenuto favorito fino a stasera eppure divenuto campione d’Europa contro il fortissimo City di Guardiola, voglio prendere quella di Antonio “Toni” Rudiger. Ha giocato nella Roma due stagioni, cominciando con fatica ma poi crescendo molto. Moltissimo.
Una volta “Toni” ha raccontato: “Mi chiamavano ne**o. Urlavano 'vaffa***lo, vai a mangiarti una banana'. Ogni volta che toccavo il pallone, facevano i versi della scimmia. Non erano poche persone, era un grande settore dei tifosi della Lazio durante il derby del 2017. Non era il primo abuso razzista che ho subito, ma è stato il peggiore. Era odio vero. Lo riconosci quando lo vedi nei loro occhi.
In quel momento non reagii, non uscii dal campo. Non volevo dare loro quel potere. Ma dentro, non importa quanto sei forte, se sei un essere umano con un cuore che batte, sei marchiato da questa cosa per sempre. Quando qualcosa del genere accade, come reagisce il mondo del calcio? Le persone dicono 'Ahhh, è terribile'. I club e i giocatori postano un piccolo messaggio su Facebook: ‘End racism!’. Tutti si comportano come se ‘sono solo pochi idioti’. C’è un’inchiesta, ma niente accade veramente.
Ogni tanto, c’è qualche campagna sui social media, tutti si sentono bene con loro stessi e poi si torna alla normalità. Niente cambia per davvero.

Sapete, penso spesso a Daniele De Rossi. Venne da me dopo la partita contro la Lazio e mi disse qualcosa che non penso di aver mai ascoltato prima. Era molto arrabbiato. Si sedette accanto a me e disse: ‘Toni, so che non mi sentirò mai come te. Ma lascia che io capisca il tuo dolore. Cosa ti sta passando per la testa?’. Non fece un tweet, non postò un quadrato nero. Lui si preoccupò. Molte persone nel calcio dicono cose pubblicamente, ma non vengono mai da te personalmente. De Rossi voleva veramente sapere come mi sentissi.
Daniele era un’icona del club, una leggenda. Quando arrivai nello spogliatoio la prima volta, solo vederlo mi rese nervoso come un bambino. Ma nel mio momento più difficile, De Rossi si preoccupò per me come essere umano. Voleva capire”.
Questo disse Antonio Rüdiger, difensore tedesco di origine della Sierra Leone. Ebbene, da ieri sera Rudiger è campione d’Europa con il suo Chelsea. Lui è sul tetto del mondo. E i razzisti (che non hanno squadra: sono solo criminali sottosviluppati che purtroppo incontriamo ovunque) restano le nullità frustrate che sempre saranno.
Onore e gloria al Chelsea. Capolavoro.

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