Morte di Ernesto Pellegrini: il cordoglio di amici e colleghi

E' morto questa mattina l'ex presidente dell'Inter, Ernesto Pellegrini, proprio nel giorno in cui la sua Inter si appresta a giocare una storica finale di Champions League contro il Paris Saint Germain. Riportiamo alcuni commenti e ricordi di colleghi ed amici
Letizia Moratti
Morte Ernesto Pellegrini lascia grande vuoto, perdiamo un amico che rimarrà sempre nei nostri cuori
Un velo di tristezza copre questa giornata.
La morte di Ernesto Pellegrini lascia un grande vuoto nello sport, nell'imprenditoria, nel sociale.
Triste ironia del destino, Ernesto ci ha lasciato proprio a poche ore dalla finale di Champions League della sua amata Inter con la quale da presidente conquistò lo Scudetto dei record nel 1989, due Coppe UEFA e una Supercoppa Italiana.
Ma con Ernesto Pellegrini perdiamo anche e soprattutto un uomo di cuore, impegnato nel sociale con la Fondazione Ernesto Pellegrini ONLUS e il ristorante solidale Ruben.
Un uomo che ha saputo coniugare successo, generosità e amore per Milano.
Perdiamo un grande amico che rimarrà sempre nei nostri cuori.
In questo momento di grande dolore sono vicina a Ivana, Valentina e a tutta la sua famiglia.
Robert F. Kennedy
Il Consiglio di amministrazione della RFK Human Rights Italia, esprime il proprio profondo cordoglio per la scomparsa del Cav. Ernesto Pellegrini.
Nel 2023 era stato insignito del RFK Human Rights Italia Award per il suo straordinario impegno nel promuovere la #dignitàumana, la #solidarietà e i #dirittifondamentali, attraverso un’opera imprenditoriale e filantropica esemplare.
La sua visione, la sua generosità e il suo spirito di giustizia rimarranno fonte d’ispirazione per tutti noi.
Ci stringiamo con affetto alla sua famiglia, ai suoi collaboratori e a tutti coloro che ne hanno condiviso i valori e il cammino.
“Ogni volta che un uomo lotta per un ideale, o agisce per migliorare la sorte degli altri, o si batte contro l’ingiustizia, manda un’onda di speranza.”
Stefano Boeri (Politecnico di Milano)
Proprio oggi che la SUA Inter è attesa a Monaco da una delle sfide che più lo appassionavano, perdiamo con Ernesto Pellegrini un uomo straordinario, illuminato e generoso. L’impresa, diventata leader in Europa, le istituzioni di assistenza che ha fondato come il ristorante Ruben (nome scelto in onore di un “clochard” che Pellegrini ha conosciuto da giovane, quando anche lui attraversava una fase critica, e che morirà assiderato), la Triennale con la quale è in corso una collaborazione sul tema delle diseguaglianze, perdono con Ernesto Pellegrini un vero grande Milanese, capace di incarnare al meglio lo spirito di questa pulsante città. A Valentina e Ivana, a Giuseppe Orsi, come a tutti i suoi collaboratori, va il nostro profondo cordoglio.
Pierfrancesco Majorino (esponente politico PD)
Ho avuto l'onore di conoscere Ernesto Pellegrini e di confrontarmi anni fa sui progetti per contrastare la povertà e aiutare le persone maggiormente in difficoltà sul piano economico e sociale.
Erano gli anni nei quali prendeva corpo la scomessa davvero straordinaria del ristorante solidale "Ruben", un'autentica gemma che andrebbe imitata e moltiplicata.
Pellegrini mi ha sempre colpito per la straordinaria sensibilità e il desiderio di tenere assieme ideali forti e concretezza: Milano perde una bellissima persona che sarà sempre giustamente ricordata per essere stato un importante presidente dell'Inter e insieme a questo mi auguro che venga sottolineato anche il suo grande e silenzioso impegno civile.
Vincenzo Di Marco (direttore del personale presso Pellegrini SPA)
«Di Marco, ci sono solo due persone che possono risolvere questo problema: io o Lei. Vada Lei (imparerà)».
In questa frase, pronunciata molti anni fa, c’era già tutto: fiducia, responsabilità, essenzialità.
Nei miei 13 anni in Pellegrini ho avuto la fortuna di imparare molto dal Presidente Ernesto Pellegrini. Attraverso l’esempio, le lodi, i silenzi, i rimproveri.
Ho imparato cosa significa carisma, quello autentico, che non ha bisogno di sovrastrutture.
Ho imparato che si può essere diretti senza essere duri, e autorevoli senza alzare la voce. Ma anche che essere duri e ad alzare la voce talvolta è necessario.
Che il bene si può fare — e spesso si deve fare — senza mostrarlo.
Che un rimprovero può nascondere stima, e un complimento può servire da pungolo.
Che assumersi la responsabilità del proprio ruolo è la forma più alta di rispetto verso gli altri.
Il Presidente se ne è andato in un giorno per me particolare, una coincidenza che mi colpisce e mi spinge a salutarlo con ancora più gratitudine per aver lasciato un segno profondo — umano, professionale, valoriale — sul mio cammino.
Grazie, Presidente.
Ignazio La Russa:
Ci ha lasciato Ernesto Pellegrini, uomo di visione e profonda umanità, figura centrale nella storia dell’Inter.
Alla guida del Club per oltre un decennio, ha saputo coniugare passione, stile e rispetto, lasciando un’impronta indelebile nella memoria nerazzurra e non solo.
Alla moglie Ivana, alla figlia Valentina e a tutta la famiglia Pellegrini giungano sincere e affettuose condoglianze. Ciao Presidente.
Attilio Fontana (Presidente regione Lombardia)
Ci ha lasciati Ernesto Pellegrini, il presidente dell’Inter di Trapattoni, Rummenigge, Matthäus, Klinsmann e Brehme. Un imprenditore lombardo capace e di successo. Mai sopra le righe, se n’è andato in un giorno speciale per la sua amata Inter. Il cordoglio della Regione Lombardia ai suoi familiari e ai suoi cari.
Riposi in pace.
Giulio Gallera
Questa mattina ci ha lasciato Ernesto Pellegrini, un grande milanese, un grande uomo ( e lo dico da Milanista ). Un uomo che da solo ha costruito una delle più grandi aziende italiane di ristorazione collettiva (forse la più grande), un veri self made man, un uomo con un cuore grande, dotato di una genuina, sincera e profonda generosità’ che lo ha condotto a dar vita a tante iniziative encomiabili come il ristorante solidale Ruben dove si mangia con 1€. Ho avuto l’onore di conoscerlo, di frequentarlo e di apprezzare da vicino tutta la sua umanità e generosità ARRIVEDERCI ERNESTO
Il ricordo dell'INTER
Ci ha lasciato il Presidente Ernesto Pellegrini. Per undici anni ha guidato l’Inter con saggezza, onore e determinazione, lasciando una impronta indelebile nella storia del nostro Club. FC Internazionale Milano e tutto il popolo nerazzurro si stringono attorno ai suoi familiari.
Ci sono colpi di fulmine inevitabili, fatti apposta per far scattare la scintilla di un amore duraturo, eterno, totale. Per Ernesto Pellegrini fu un affollato Inter-Juventus: 4 aprile 1954. Aveva 14 anni e la quantità di spettatori a San Siro quasi gli impedirono di scorgere quello che accadeva in campo. Un peccato, perché sul terreno di gioco i nerazzurri si imposero per 6-0, con una doppietta di quel meraviglioso giocatore che era Nacka Skoglund.
Ernesto Pellegrini, nato a Milano nel 1940, seguiva con gli occhi pieni di gioia le mosse del fuoriclasse svedese anche per le strade di Milano: lo osservava in Piazza dei Mercanti, dove Skoglund andava a farsi lucidare le scarpe. Rapito da tanta classe splendente, il giovane Ernesto maturò una passione e ammirazione infinite: "Ero innamorato dei colori nerazzurri, orgoglioso. E sognavo: un giorno...".
Figlio di contadini, lavoratore intraprendente: nel 1965 si mise in proprio, iniziando un'avventura imprenditoriale che ora dà lavoro a migliaia persone. Una storia di successo e di determinazione, di dedizione. Il richiamo dell'Inter era forte, fortissimo. Nel 1984, quando ne ebbe l'opportunità, Pellegrini realizzò il suo sogno che cullava da quando era bambino, dai tempi di Skoglund: diventare il presidente dell'Inter.
Rilevò la società da Fraizzoli, con una stretta di mano, diventando il diciassettesimo presidente della storia nerazzurra. Undici anni, fino al 1995, prima di passare il testimone a Massimo Moratti. Undici anni con lo Scudetto dei record del 1989, la Supercoppa Italiana, le due Coppe Uefa (1991 e 1994).
L'Inter dei tedeschi: prima Rummenigge, poi Matthäus, Brehme, Klinsmann. L'Inter di Trapattoni, con Zenga-Bergomi-Ferri-Berti, insomma con quella formazione che possiamo ancora recitare a memoria, con Serenza-Diaz a chiudere l'11 e la filastrocca, oltre alle azioni di gioco, tramutate sempre in gol.
Non solo campo, non solo lavoro. La voglia di restituire, di dare agli altri: la Fondazione Pellegrini, il ristorante Ruben, azioni concrete per dare da mangiare alle persone in difficoltà. Per dare dignità.
Nel 2020 l’Inter lo ha introdotto nella Hall of Fame del Club, consegnandogli il Premio Speciale. Un riconoscimento alla passione, alla dedizione, alla bontà di una persona che ha segnato la storia, non solo dell’Inter.
