Zabarnyi e la guerra in Ucraina: "Ho pensato di tornare a combattere"

Illia Zabarnyi, difensore del PSG e simbolo dell’Ucraina, porta con sé un bagaglio di esperienze che vanno ben oltre il calcio. Come gran parte dei suoi compagni in nazionale, si è trasformato in portavoce del suo Paese dall’inizio della guerra con la Russia, e venerdì sfiderà la Francia nelle qualificazioni al Mondiale 2026. Zabarnyi era ancora a Kiev quando, il 24 febbraio 2022, è scoppiato il conflitto. All’epoca aveva 19 anni, l’età giusta per comprendere la gravità della situazione. Già otto anni prima, durante l’annessione della Crimea, si era interrogato con suo padre sul motivo per cui alcuni bambini di Donetsk si fossero ritrovati improvvisamente nella sua scuola a Kiev. "Non capivo davvero allora. Ora sì", ha raccontato.
Il giovane difensore ha vissuto sirene, paura e storie terribili dei compagni partiti al fronte. "Settimane davvero molto calde", ricorda Anatolii Volk, vice-CEO della Dynamo Kiev. La guerra gli ha imposto una maturità precoce e un senso di responsabilità verso la sua nazione. In un’intervista rilasciata al Times, Zabarnyi ha confessato un pensiero che evidenzia la sua determinazione e il legame profondo con il suo Paese: "Ho pensato di tornare a combattere".
Oggi, come atleta e come simbolo dell’Ucraina, rappresenta non solo il talento calcistico, ma anche il coraggio e la resilienza di un’intera nazione. La sua presenza sul campo contro la Francia non sarà soltanto sportiva: sarà anche un messaggio di forza e speranza per tutti gli ucraini.
