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Il presidente Corsi: “Empoli da decenni eccellenza del calcio giovanile”

Il presidente Corsi: “Empoli da decenni eccellenza del calcio giovanile”TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
lunedì 27 settembre 2021, 18:00La Giovane Italia
di La Giovane Italia
Asllani, Viti, Ricci e non solo. Il settore giovanile del club toscano si conferma tra i migliori del panorama nazionale, frutto di una gestione meticolosa da parte della presidenza

Una gestione virtuosa, che si conferma tra le eccellenze nel panorama nazionale, stiamo parlando del settore giovanile dell’Empoli, fucina negli anni di una miriade di talenti che col tempo si sono affermati ai massimi livelli. “La cura e la valorizzazione del vivaio fa parte del nostro modo di gestire la società e rimane di primaria importanza. Il nostro obiettivo è proporre ragazzi che innanzitutto ci possano dare un contributo, e che poi in seguito possano fare una carriera importante - ha esordito il presidente Fabrizio Corsi, che poi ha proseguito - È una scelta che facciamo perché ci piace e abbiamo una tradizione decennale, che forse negli ultimi 20 anni ha raggiunto il suo apice, acquisendo un’importanza sempre maggiore. La nostra filosofia è quella di puntare al continuo miglioramento, perché i margini ci sono sempre”.

Il numero 1 del club toscano ha poi parlato dell'esagerato timore, a volte, nel lanciare i giovani in Italia: “Bisogna avere coraggio di buttare nella mischia i giovani che se lo meritano. Questo coraggio dev’essere però interpretato e razionalizzato dall’allenatore. Deve ritenere i ragazzi all’altezza, credere in loro e saperli valorizzare nel tempo. Non tutti gli allenatori che sono passati da Empoli negli anni si sono adattati a questo nostro modello di gestione, a differenza di altri che lo hanno fatto magistralmente”. Lo stesso Corsi si reca spesso e volentieri sui campi a visionare di persona i ragazzi del vivaio biancazzurro: “Mi piace, vado spesso a vederli giocare”. I frutti della buona gestione sono più che tangibili e a dimostrarlo sono i fatti. Quelli di Kristjan Asllani e Mattia Viti, infatti, sono stati gli ennesimi esordi in prima squadra di giovani talenti provenienti dalle giovanili: “Viti l’ho visionato spesso quando era più giovane: inizialmente centrocampista, ora ha arretrato il suo raggio d'azione in difesa, ruvido ma con un bel piede. L’aver giocato in un ruolo diverso in passato gli è servito per affinare doti tecniche ulteriori”.

Un aneddoto su Viti: “A maggio un presidente di una società importante italiana mi chiese informazioni poiché era interessato al ragazzo, e mi chiese anche il motivo per cui giocasse poco. Io gli risposi che le scelte le fa l’allenatore. In questi giorni lo stesso presidente, con cui ho buoni rapporti, mi ha richiamato dicendomi che ci aveva visto lungo lui”. Samuele Ricci, ultima punta di diamante, mezzala sinistra classe 2001, pilastro dell’Empoli di Dionisi che ha raggiunto la promozione, dopo sole sei partite ha trovato il primo gol in Serie A in una rocambolesca vittoria per 4-2 sul Bologna al Castellani.

Eloquente è anche il 5-1 dell’Under 18 di mister Luca Fiasconi rifilato all’Inter. Corsi ci tiene però a frenare gli eccessi di entusiasmo: “Credo che dare troppo risalto a questi ragazzi con più attenzioni e complimenti del dovuto a lungo andare potrebbe destabilizzarli. Ora la preoccupazione maggiore è che riescano a mantenere quell’equilibrio e quella concentrazione che permetta loro di proseguire nel precorso di crescita, essendo solamente all’inizio della carriera. Per fortuna Empoli è una piazza tutto sommato mite, che mette loro a disposizione un ambiente tranquillo e con poche pressioni”. Corsi individua al di fuori dei confini nazionali un esempio che si avvicina a quello in questione: “Mi rivedo nel modello Ajax: quando loro hanno un profilo giovane di valore, pensano già a vendere quello di 30 anni per dare spazio a lui. Aggiungo che il nostro, al contrario di altri, è un ambiente che si predispone ad aiutare i ragazzi anche in caso di prestazioni non all’altezza”.

La sua, insieme a quella della famiglia Pozzo, è una gestione tra le più longeve in assoluto, infatti Corsi in questi anni ha avuto modo di toccare con mano i cambiamenti a livello culturale nella di gestione del settore giovanile, che sta lentamente passando da una concezione di costo da sostenere ad una di investimento per crescere: “Io faccio i conti con i miei numeri, che sono sicuramente fuori dai parametri standard a livello nazionale. In Serie B il 15% dei nostri ricavi veniva reinvestito nel settore giovanile. Ora in Serie A i numeri sono leggermente diversi ma pur sempre di gran lunga superiori a quelli della maggior parte degli altri club. Credo che oggi siamo ad un punto di svolta per il calcio giovanile nel suo complesso: se per i club c’è l’urgenza di ritrovare un equilibrio sotto l’aspetto dei costi, la strada dei giovani è quella che permette una maggior sostenibilità. Lo si è visto in questi anni nel calcio sudamericano, in cui abbiamo assistito ad un ridimensionamento successivo alla crisi, che ha portato all’utilizzo da parte dei club degli elementi dei propri settori giovanili. Questo per i club rappresenta una ventata di aria nuova, anche dal punto di vista tecnico, traducibile nella scoperta di nuovi talenti e conseguenti iniezioni di entusiasmo tra coloro che operano nel settore”.

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