Il segnale è arrivato: Gattuso rilancia il grido de La Giovane Italia

C’è un passaggio, nella prima conferenza stampa di Gennaro Gattuso come nuovo CT dell'Italia, che ci ha colpito particolarmente e che riteniamo importante sottolineare. Non è la prima volta che qualcuno lo evidenzia, ma è significativo che proprio all’inizio del suo mandato Gattuso abbia voluto mettere l’accento su un tema che da anni, noi de La Giovane Italia, portiamo avanti con determinazione e costanza: i giovani devono giocare, trovare spazio e fiducia anche dopo le varie formazioni Under.
"Quest'anno in Serie A c'era il 68% di giocatori stranieri e questo dato deve farci riflettere. A livello di settore giovanile è stato fatto un grande lavoro, ma poi dopo l'Under 19 i calciatori si perdono un po'. Quest'anno all'Hajduk giocavo con 2005, 2006, 2007… Dobbiamo dare spazio ai giovani". Parole che per noi sono musica. E che speriamo non restino semplicemente delle dichiarazioni.
Chi ci segue sa bene che La Giovane Italia lavora proprio per questo: monitorare, analizzare, raccontare e - quando necessario - denunciare questa tendenza preoccupante, che rischia di compromettere il futuro della nostra Nazionale. Lo diciamo da anni: i nostri settori giovanili producono talenti, li accompagnano fino alla soglia del professionismo, ma poi spesso quei ragazzi trovano la porta chiusa. L'imbuto è lì, proprio al momento decisivo: l’ingresso tra i grandi.
È confortante, dunque, che il nuovo commissario tecnico abbia messo subito sul tavolo uno dei principali nodi strutturali del nostro calcio. Il 68% di stranieri in Serie A non è solo un dato: è un campanello d’allarme. È la fotografia di un sistema che ha sempre meno pazienza, o forse coraggio, di lanciare i propri giovani. È ciò che noi denunciamo, puntualmente ogni anno, nei nostri approfondimenti e che ora finalmente trova voce anche in chi è chiamato a ricostruire la Nazionale.
Il nostro auspicio è chiaro: che queste parole non restino isolate, ma siano l’inizio di un percorso concreto. Magari anche con scelte drastiche, se necessarie. E che il lavoro de La Giovane Italia, presente da Nord a Sud con i propri inviati su tutti i campi del settore giovanile scolastico, possa essere un punto di riferimento utile anche per il nuovo corso azzurro.
Il segnale è stato lanciato. Adesso serve che l’intero movimento lo raccolga, affinchè il talento dei nostri giovani trovi finalmente il percorso che merita.
