Giorgio Chiellini, quando il talento viene riconosciuto anche durante la carriera
Di solito il talento si riconosce quando si esaurisce. O meglio, quando non c'è più possibilità di riprodurlo. Banalmente, quando muore uno scrittore o un pittore, le sue opere valgono di più. Vengono lette, interpretate, sviscerate. Quando è in vita, invece, spesso viene salutato con ostilità, probabilmente perché può sempre "venire a noia". Quando la tua opera migliore è sempre quella successiva, ecco che appena abbassi il livello - o come tale viene giudicato da chi non è in grado di riprodurlo - le critiche sono dietro l'angolo. "Non è più quello di una volta".
Vale per gli artisti, vale anche per i calciatori. Giorgio Chiellini però è stato diverso, un po' come altri grandi difensori. Probabilmente perché il suo ruolo è quello totalmente differente rispetto ad altri calciatori che devono essere artisti, inventare, cambiare il flusso di una partita. Chiellini è stato riconosciuto come uno dei migliori difensori di sempre anche nel corso della carriera, non solamente quando ha detto addio al calcio, non tanto tempo fa peraltro. Fiorentina da terzino, ma esplode con la Juventus da difensore centrale.
La Serie B ha fatto anche cose buone? Perché nella Juventus del post Calciopoli, Chiellini è divenuto centrale, il simbolo della difesa, ancora prima di Bonucci e Barzagli che erano ancora di là da venire. Capitano e Campione d'Europa, non con il club ma con la Nazionale. Le bandiere magari non esistono più, però è andato vicino - molto - a esserlo. E non solo per il bianconero, ma anche per l'azzurro. Oggi Giorgio Chiellini compie 40 anni.