Cagliari, Giulini: "Alessandro Marino un visionario: Olbia la prima U23, progetto top per noi"

Era tra i relatori del convegno “Pianificazione e strategie nelle categorie giovanili”, organizzato dalla Lega Serie A in collaborazione con SFS (Social Football Summit) a margine della finale della Supercoppa Primavera giocata all’Arena Civica 'Gianni Brera' di Milano, e il presidente del Cagliari Tommaso Giulini ha quindi fatto il punto di quello che è il mondo del calcio e non solo all’interno del dibattito.
Tanti i temi toccati dal numero uno rossoblù, non ultimo quello delle filosofia del club: "Il contesto del Cagliari è molto particolare, viviamo in un’Isola collegata malissimo, pensiamo a questi giorni dove non ci sono voli su Milano, e questo sicuramente incide sul lavoro del club relativamente ai giovani e in generale tutti i suoi progetti. Rimanendo sui temi legati al vivaio, noi abbiamo costruito negli anni un sistema valido, partendo dal lavoro di Mario Beretta (che ringrazio per essere qui presente) e poi arrivando a quello di Bernardo Mereu, ora prosegue con Oscar Erriu. Siamo arrivati ad avere 40 Academy, praticamente un paese su tre ha una realtà affiliata al Cagliari: questo perché ci siamo resi conto subito nel 2015 che troppi giovani sardi andavano in altre società italiane, addirittura alcune avevano loro affiliate in Sardegna. Volevamo ridurre la distanza tra Cagliari e il centro sportivo di Assemini rispetto ai paesi di origine dei ragazzi, andando non oltre l’ora di viaggio. Da qui l’esistenza dei Centri di Formazione nel territorio che guida un lavoro fatto di metodologie condivise, di tecnici che sono presenti regolarmente a casa delle affiliate, di dialogo costante per monitorare il lavoro quotidiano con i talenti e potenziali calciatori del futuro che dovranno sbarcare poi nel Settore Giovanile del Cagliari. Parliamo di un lavoro ormai ultra decennale che ti dà frutti nel lungo periodo, oggi abbiamo 7 giocatori in prima squadra che vengono dal Settore Giovanile del Cagliari, sardi e non, questo è fondamentale per essere sostenibili e avere un futuro. Noi cerchiamo di inserire ragazzi non sardi solo dall’Under 20, mentre nelle categorie precedenti lo facciamo solo qualora ci sia una necessità di completamento della rosa a livello tecnico per una qualche carenza. È chiaro che fino all’Under 16 vogliamo dare la possibilità ai giovani sardi di giocarsi le proprie chance nel nostro vivaio, poi dopo può essere necessario intervenire con qualche elemento da fuori. Sicuramente non aiuta il fatto che siano stati tolti i vincoli, rischi quindi di perdere senza vedere valorizzato il tuo lavoro dei ragazzi che a 15, 16, 17 anni hanno già addosso procuratori e club con grandi potenzialità economiche. Da questo punto di vista le numerose proprietà straniere non aiutano il nostro calcio dove siamo rimasti in pochi ad avere le prerogative del Cagliari. Le società si trovano davanti a scelte difficili ma dove la coerenza è importante: se resti sulla linea di non fare contratti prima dell’Under 20 rischi di perdere qualche ragazzo".
Aggiunge quindi: "Essere di nuovo qui a giocarci una finale è qualcosa di straordinario per il Cagliari, è giusto parlare di festa perché per noi lo è per l’importanza che ricopre un’occasione simile al di là del mero risultato che nel Settore Giovanile non può mai essere l’unico metro di giudizio. Ringrazio tutte le persone che lavorano nel nostro vivaio e che sono animate prima di tutto da una fortissima passione".
Conclude poi, toccando anche il tema delle Seconde Squadre: "Rappresentiamo tutta la Sardegna, Mister Pisano è una bandiera, ha l’esperienza nel Settore Giovanile del Cagliari e prima ancora da capitano dell’Olbia con tantissimi giovani che venivano dal Cagliari, possiede quel senso di appartenenza che unito ai nostri valori cardine può trasmettere ai ragazzi sardi e che arrivano da fuori per creare una nuova famiglia come aveva fatto Pisacane. Prima di tutto dovremo mantenere la categoria, che è la cosa principale per un club come il Cagliari. Olbia è stato un progetto importante per noi e per il calcio italiano, la prima Next Gen grazie alla visione di un amico e grande dirigente qual è Alessandro Marino che ha guidato l’Olbia per 8 anni nel professionismo".
