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Fabregas, sognare non è peccato: l'Europa si vede a occhio nudo. Como, difesa d'acciaio

Fabregas, sognare non è peccato: l'Europa si vede a occhio nudo. Como, difesa d'acciaioTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 07:30Serie A
di Yvonne Alessandro

Certo, l'anno scorso il Como ha avuto la forza di espugnare la casa dell'Atalanta al suo primo anno di ritorno in Serie A. Con una rimonta incredibile, nonostante alcuni deficit mostrati, una forma ancora da assumere e soprattutto con meno punti in saccoccia. Oggi, a distanza di un anno, sorprende fortemente come la truppa di Fabregas sia riuscita non solo a riacciuffare la Dea con sfrontatezza e volontà d'animo, al netto del gol fortunoso di Perrone. Ma il momento cruciale in cui è arrivato ha dimostrato che i lariani possono tenere testa ad una squadra di Champions League. Mostrando dei netti progressi sulla tabella di marcia dell'alto livello richiesto quotidianamente dal tecnico spagnolo. E anche segnali di maturità.

Difesa da Serie A
I numeri parlano, anche ad alta voce. L'anno scorso, dopo 6 partite di approccio con la massima serie, il Como aveva incassato già 11 gol (tra Juventus, Cagliari, Udinese, Bologna, Atalanta e Verona), in svariate situazioni di gioco e non solo sui famigerati calci piazzati da risolvere. Eppure confrontando questo dato con quello aggiornato fa impressione notare come in questa stagione Butez abbia dovuto raccogliere il pallone in porta solo in 5 occasioni. Perciò i lariani hanno incassato poco meno della metà delle reti subite la stagione passata. E tra le squadre scese in campo nel sesto turno è la migliore difesa. Qualcosa che giova per l'economia della classifica, ripagando gli sforzi fatti da Fabregas per tappare i buchi della nave biancoblù.

Diego Carlos nuovo totem
Dati a parte, c'è da sottolineare la performance colossale di Diego Carlos, tra l'altro premiato come man of the match della partita contro l'Atalanta. Sarà stato anche troppo morbido nell'uno contro uno su Samardzic in occasione del gol in apertura, ma a lungo andare si è subito riscattato e anzi ha comandato tempi e movimenti dei compagni per comporre un fortino dopo l'1-1 inespugnabile. Un innesto (32 anni) che, in alternanza a Kempf o meno, dona il giusto equilibrio nella retroguardia ed è un punto a favore di Fabregas e anche della dirigenza, che ha saputo soddisfare le sue richieste e intuizioni. Poi Ramon sarà stato anche travolto dagli attacchi a raffica di Lookman e Sulemana, ma al contrario di altri è alla sua prima esperienza tra i grandi dopo essere stato nella primavera del Real Madrid come step più alto prima del Como.

Road to Europa
Tempo al tempo, i giovani si faranno. Meglio ancora se presi per mano da veterani e vecchie guardie. Intanto la classifica è in bella vista e parla da sola: il Como è al settimo posto, a -1 dall'Atalanta e più esattamente ad un passo da un sogno chiamato Europa. Fabregas è già a tanto così dal piazzamento in Conference, l'Europa League dista due lunghezze e addirittura la Champions League tre punti. Altro che binocolo. Il cammino è lungo, il percorso appena iniziato, l'attacco stenta a decollare per polveri bagnate (Morata). Ma chissà se nella notte qualcuno sulle rive del Lago ha già espresso un desiderio...

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