Gasperini non ha mai pensato di fare entrare Dovbyk: quanti epurati negli ultimi anni

"Dovbyk? Non ho mai avuto intenzione di farlo entrare oggi". Le parole di Gian Piero Gasperini risuonano come un macigno nei confronti del centravanti ucraino, finito sul mercato in estate ma rimasto per mancanza di alternative (e di offerte). "Voglio vederlo in attivo in allenamento, dinamico e convinto. Quando sarà così lo ripresenteremo. Insieme a Ferguson? Vediamo. Ci può stare. Non è la soluzione ideale per me".
Il tecnico della Roma sembra avere intrapreso la strada della durezza, la stessa che aveva a Bergamo per chi non seguiva le sue direttive. Il primo fu Alberto Paloschi, inserito nelle prime partite e poi finito in panchina sistematicamente, prendendo la parabola discendente e seguendola fedelmente. Poi Joao Schmidt, preso e mai fatto giocare (ora è al Santos, in Giappone) oppure Bryan Cabezas. Anche se il primo vero epurato di lusso fu Martin Skrtel, arrivato a parametro zero e salutato pochissimo dopo perché poco impegnato negli allenamenti, un po' come Dovbyk. Poi Kjaer, che doveva giocare la partita di Kharkiv contro lo Shakhtar Donetsk e non venne nemmeno convocato, salvo poi andare al Milan.
Il Papu Gomez, Arana, Bakker, Zaniolo. Quando Gasperini giudica un calciatore come non adatto alla sua filosofia è poi molto difficile rientrarci. Dovbyk quindi dovrà fare gli straordinari per farsi "ripresentare" dal tecnico. È un segnale, anche a costo di perdere tre punti come è successo ieri.
