Giuseppe Rossi: "Allenamenti di Ferguson incredibili. E quella volta in campo con Keane..."

Nel corso dell'intervista concessa all'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Giuseppe Rossi ha raccontato il suo periodo al Manchester United e a quando ha conosciuto Sir Alex Ferguson: "Alla firma. Una sorpresa: austero ma affettuoso, attento, una figura paterna abituata a trattare i giovani come gioielli, a proteggerli e stimolarli per farli crescere come persone e come calciatori, con valori e regole molto delineate. Ci siamo trovati perché io avevo ambizione ed educazione, mio padre mi aveva tirato su in maniera precisa: se sgarravo mi metteva in riga immediatamente.
In allenamento? Incredibile. Un altro sport. Velocità bestiale e intensità brutale. Ha presente la frase, 'si gioca come ci si allena'? Beh, mio padre me la ripeteva sempre e lì allo United era così, però moltiplicato per mille. Ho capito in fretta ciò che dovevo fare. Talento ne avevo, dovevo usarlo per conquistare il rispetto e la fiducia di quei mostri. Fisicamente ero indietro, me la dovevo cavare con tecnica e intelligenza, e quindi pensare a una nuova velocità. Prima che arrivasse la palla dovevo sapere già cosa farci.
Altrimenti Gary Neville o Nemanja Vidic erano lì a darmi la sveglia. Certe legnate… C’è un aneddoto che fotografa il mio stato mentale di allora. Roy Keane nella sua autobiografia ha raccontato che una volta in allenamento aveva cazziato un giovane italiano perché non gli aveva passato la palla e questo ragazzo aveva risposto guardandolo male. 'Se mi avesse detto qualcosa l’avrei colpito. Restò zitto ma i suoi occhi parlavano, mi mandava a quel paese. Pensai di andare a dargli la mano' ha scritto. Quel ragazzo ero io. E non ricordo assolutamente l’episodio: evidentemente ero in trance agonistica, in allenamento! La mia determinazione a fare carriera era assoluta".
