Grosso il normalizzatore guida il nuovo corso del Sassuolo. Oltre al carattere c'è di più

Tre vittorie, quelle con Lazio, Udinese e Verona che in un certo senso sono arrivate tutte alla stessa maniera per il Sassuolo, Grosso modo... di carattere. Poi, ovviamente, c'è stato anche tanto altro perché il carattere da solo non può bastare. Dentro ci sono le informazioni che l'allenatore e il suo staff consegnano alla squadra che arriva preparata all'appuntamento ma poi c'è anche la qualità degli interpreti e qui un grande plauso va fatto al direttore Palmieri e alla società che hanno costruito questa squadra, rivoluzionandola con 13 nuovi interpreti rispetto alla passata stagione perché oltre al tridente menzionato da tutti c'è di più. C'è un altro 'tridente', quello di centrocampo, che presto diventerà un quartetto con il rientro a pieno regime di Thorstvedt da fare invidia a molte società di Serie A. C'è una coppia di centrali, quella formata da Idzes e Muharemovic che già spaventa molti attaccanti avversari. E c'è un portiere che ha sorpreso tutti (me compreso) e che ha compiuto sin qui grandissimi interventi diventando uno dei protagonisti assoluti di questa prima parte di stagione.
Il nuovo corso
C'è un Sassuolo che sta nascendo e sta diventando squadra e che vuole poggiare le proprie basi su qualcosa di diverso rispetto al passato perché la sola tecnica, la sola qualità, non bastano più. La società lo ha capito e infatti il calciomercato Sassuolo estivo è andato in un'altra direzione. E lo si sta vedendo poi con le prove sul campo perché il risultato (che per me rimane bugiardo) di 2-1 con l'Inter ha comunque infuso fiducia perché ti ha dato la sensazione di non essere uscito pienamente con le ossa rotte da San Siro e paradossalmente ti ha dato fiducia per giocartela con le tue simili, Udinese e Verona, che non fanno più paura con un tempo.
Grosso il normalizzatore
Merito anche a Fabio Grosso, il normalizzatore. Colui che ha battuto uno dei rigori che resterà per sempre nella storia del calcio mondiale e che è talmente teso da non riuscire a guardare quello di Pinamonti. Chissà se con Berardi in campo avrebbe fatto lo stesso...
