Il nuovo braccio destro di Simeone: Alemany, un nome pesante per l'eredità di Berta

Un'eredità pesante ma anche un nome importante per aprire un nuovo ciclo. L'Atletico Madrid entra in una nuova era con l'arrivo di Mateu Alemany, nominato nuovo uomo mercato dei Colchoneros. A 62 primavere compiute, l'ex direttore sportivo (tra le altre) del Barcellona, si trova a raccogliere il testimonedi Andrea Berta, il fedelissimo di Diego Pablo Simeone che ha plasmato la rosa dei biancorossi per oltre un decennio. Ma questa transizione non è solo un cambio di poltrona: è un patto per rilanciare un progetto che ha bisogno di equilibrio tra ambizione finanziaria e risultati sul campo.
Un addio pesante: il progetto Berta a Madrid
Berta ha lasciato il club madrileno per approdare all'Arsenal come nuova stella polare delle trattative dei Gunners di Mikel Arteta. Cosa lascia a Madrid? Dal 2017 fino a quest'anno, i dati raccontano che Berta ha fatto ben 52 acquisti per un esborso totale stimato in 828 milioni di euro. Tra questi, gemme come Jan Oblak, consolidato come uno dei migliori portieri al mondo, e Joao Félix, talento mai espresso fino in fondo portoghese arrivato nel 2019 per 126 milioni, che ha incarnato sia il meglio che il peggio dell'era Berta-Simeone.
Il rapporto con Simeone
La sua eredità è duplice: da un lato, ha contribuito a due titoli di La Liga e a innumerevoli notti europee, con Simeone che lo invitava regolarmente negli spogliatoi per le partite decisive, simbolo di una fiducia profonda. Dall'altro, i media iberici hanno raccontato di qualche frizioni col Cholo soprattutto negli ultimi tempi, legati ad alcuni trasferimenti chiave. le frizioni col Cholo" Simeone sono emerse negli ultimi anni, culminando in divergenze su trasferimenti chiave (il ritorno di Joao Felix, Vermeeren e Marcos Paulo su tutti). Ma al netto di questo, Berta ha lasciato un Atletico solido, con una rosa competitiva ma bisognosa di ritocchi per competere con il dominio del Real Madrid e del Barcellona. La sua partenza, annunciata a marzo 2025, ha creato un vuoto che i Gil Marin anno riempito proprio in questi giorni.
L'uomo del Valencia e del Barcellona
E lo hanno fatto con un nome pesante. Mateu Alemany, che ha costruito la seconda era dell'oro (anche se non all'altezza inarrivabile di quella dell'epoca Mendieta, Lopez, Cuper, eccetera) del Valencia. Poi nel 2021 al Barcellona, dove le sue capacità da manager hanno portato alla scelta delle 'leve finanziarie', ovvero operazioni che hanno iniettato centinaia di milioni con la cessione di asset immateriali. Ora 18 anni di contratto all'Atletico, da supervisore di tutto il progetto, lavorerà a stretto contatto con Carlos Bucero, attuale ds, in un front office rinnovato che include anche Oscar Mayo.
Iniziare col piede giusto. Alemany lo ha già fatto
La prima mossa? Quella giusta. Perché già il primo giorno, Alemany ha incontrato Simeone, un segnale chiaro: il "Cholo" resta il pilastro, e il nuovo dirigente è qui per supportarlo, non per dettare legge. "L'Atlético è un progetto vincente, con Simeone al timone", ha dichiarato Alemany in un'intervista recente, sottolineando la sua ammirazione per il tecnico argentino. Il suo ruolo sarà quello di "braccio destro" operativo: gestire il mercato, bilanciare il bilancio e attrarre talenti che si adattino alla filosofia cholista – grinta, intensità e spirito di squadra. Con dei tesori in rosa straordinari, da Julian Alvarez in poi, tutti da valorizzare.
