In chi si rivede Cristiano Lucarelli? "Mi piacciono molto Lucca e Scamacca"

Il calcio è cambiato, “ma credo sia normale che le cose cambino”. Parola di Cristiano Lucarelli. L’ex bomber, oggi allenatore, ha ripercorso la sua carriera in un’intervista rilasciata a Sky Sport, tornando anche sul celebre rifiuto del miliardo per vestire i colori del suo amato Livorno. Lucarelli, però, ha raccontato anche la differenza tra il pallone di oggi e quello dei suoi tempi: “Anche noi calciatori di fine anni ‘90 e inizio 2000 eravamo diversi dai calciatori anni ‘80 e primi ‘90. Ogni ciclo ha i suoi metodi, le sue particolarità, le sue mode e i suoi modi di essere a seconda del periodo in cui si vive. Però secondo me devono esserci sempre delle basi oggettive nel fare il mestiere di calciatore. Il cambiamento che viene notato oggi è legato soprattutto ai social. Una volta quello che succedeva nello spogliatoio era sacro e rimaneva privato, adesso dopo un secondo è tutto su Instagram e sui vari social. Prima un segreto rimaneva tale e i panni sporchi si lavavano in famiglia, oggi con i social non è più possibile mantenere qualcosa privato. L’altro grande cambiamento è il modo di stare insieme. Noi partivamo per le trasferte col pullman e durante il viaggio si giocava a carte, a briscola in cinque o a qualsiasi altro gioco. Si rideva, si scherzava, c’erano i cinque che giocavano più tutti gli altri intorno a guardare e a fare battute. Adesso invece quando i giocatori fanno il viaggio in pullman si mettono uno accanto all'altro con le cuffie e pur stando insieme si isolano. Dal punto di vista relazionale sono sicuramente cambiate le dinamiche dei rapporti negli spogliatoi”.
C’è un attaccante di oggi in cui oggi si rivede o che apprezza particolarmente?
“Nell'ultimo decennio ci sono stati diversi calciatori che tra i 35 e i 40 anni hanno fatto i capocannonieri in Serie A, un qualcosa che 20 anni fa era impensabile. Su questo dato pesano anche le nuove regole e l’introduzione del VAR, che hanno aumentato il numero di rigori e di conseguenza i numeri dei gol sono un po’ gonfiati. Prima un rigorista calciava e segnava 3-4 gol a stagione, ora anche dieci. Ovviamente faccio grandi complimenti ai giocatori che a 35 anni sono riusciti a diventare capocannonieri, però secondo me dobbiamo domandarci se questo calcio italiano di oggi è paragonabile a quello dei negli anni 2000. E per me la risposta è no, perché prima i campioni venivano in Italia da giovani, adesso vengono a fine carriera. Tra gli attaccanti di oggi mi piacciono molto Lucca, che secondo me è forte e può rappresentare il futuro del calcio italiano, e Scamacca, che è nell’età della maturazione definitiva di un centravanti”.
Sente Igor Protti?
“Sento Igor quotidianamente, ma noi ci siamo sempre sentiti perché il nostro è un rapporto veramente speciale. Solitamente tra attaccanti che hanno giocato insieme non c’è grande amicizia, noi invece siamo legati da un grande affetto. Sta combattendo con l’avversario più difficile della sua vita, ma dentro al campo Igor ha sempre trovato le soluzioni nelle difficoltà e sono convinto che troverà la soluzione anche fuori dal campo contro questo ‘ospite indesiderato’, come lo chiama lui”.
