Lazio, la dura lezione del Sinigaglia: tutto il lavoro sulle spalle di Sarri

"Troppo brutti per essere veri". Si può riassumere così il commento della prima Lazio stagionale, con Maurizio Sarri che non si dice preoccupato ma sottolinea quanto la prova di ieri non possa essere la cartina di tornasole del valore della rosa biancoceleste. Al Sinigaglia è emerso un gap tecnico preoccupante tra le due squadre, ma chi si sorprende sbaglia perché basta vedere le caratteristiche delle due rose per capirne la diversa struttura. La Lazio un anno fa ha scelto di costruire un gruppo capace di giocare un calcio dinamico, fisico e di uno contro uno sulle indicazioni di Marco Baroni. L'aver affidato questo gruppo a un valorizzatore del possesso palla e della tecnica come Maurizio Sarri non può non portare a certe difficoltà. Fabregas si è costruito la rosa a sua immagine e somiglianza e quanto visto ieri certifica la candidatura del Como a seria pretendente per un posto in Europa.
Lazio, capire subito i possibili obiettivi stagionali
"La Lazio deve puntare alla Champions" oppure "la Lazio non può non centrare l'Europa". In un anno zero come questo la Lazio non può e non deve fare nulla. La Lazio dovrà capire che stagione vivrà, un'annata complicata per mille motivi. Il cambio dell'allenatore che però non è stato assecondato da un mercato che lo potesse accompagnare. Un progetto giovani che vede la Lazio come rosa più vecchia di tutta la Serie A. Una rivoluzione con gli stessi uomini dello scorso anno. Una serie di contraddizioni che non possono portare a nulla di buono. Ecco perché tutto il mondo Lazio, dalla società all'ambiente, deve capire che questa stagione servirà a gettare le basi per il futuro. Dovrà essere bravo Sarri a trovare il giusto equilibrio tra risultati e proposta di gioco, idee e concretezza, così da non buttare all'aria una stagione. Servirà fare punti e farlo con l'idea di gioco che accompagnerà la Lazio nel futuro. Un futuro che non potrà essere come quello disegnato dall'esordio del Sinigaglia.
