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Loftus-Cheek: "Quando sei al Milan vuoi vincere trofei. Punto su Pulisic, farà bene"

Loftus-Cheek: "Quando sei al Milan vuoi vincere trofei. Punto su Pulisic, farà bene"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 18 settembre 2023, 23:30Serie A
di Alessio Del Lungo

Ruben Loftus-Cheek, centrocampista del Milan, è ha rilasciato una lunga intervista a DAZN, nella quale ha parlato dei suoi obiettivi per la stagione che è appena iniziata: "Io penso che, se sei al Milan, vuoi vincere dei trofei. Vedremo che succederà".

Zola ha detto che può diventare il giocatore dell'anno in Serie A.
"Ho lavorato con lui al Chelsea quando c'era Sarri, abbiamo vinto l'Europa League".

Ma si è sentito sottovalutato in passato?
"Siamo in un mondo in cui le persone possono esprimere la loro opinioni sui social media, etc... Dicono molte cose negative là fuori, ovviamente. Ma dobbiamo, come calciatori, come individui, come squadra, essere concentrati su noi stessi. Ho avuto molti problemi crescendo, alcuni infortuni, fisicamente è stata molto dura per me e non ho avuto quella costanza di stagione in stagione. Non ho giocato tanto. Nelle ultime annate invece sono entrato in forma per la maggior parte delle gare e spero di migliorare ancora perché mi sento meglio adesso di quando avevo 17 anni. Con il Chelsea abbiamo giocato contro il Milan in Champions, dopodiché il Milan ha espresso un interesse per me. Non ci stavo pensando troppo, la stagione era ancora lunga, ma verso la fine le cose sono cambiate. Il Milan è un club così grande e dopo aver parlato con l'allenatore mi sono convinto a venire in questo grandissimo club".

Che ruolo è quello che considera ideale?
"Ho giocato in molti ruoli in carriera, negli ultimi 2 anni prevalentemente ruoli difensivi, che per me non è una cosa naturale. Mi è sempre piaciuto avere la palla tra i piedi, avere la libertà di creare, di essere determinante. Nelle ultime due stagioni non l'ho potuto fare, quel modo di giocare non mi rendeva felice, ma ora sono qui e gioco in una posizione dove ho più libertà di creare, quindi mi sento bene".

Cosa le chiede Pioli?
"Vuole che sia dominante fisicamente a centrocampo, penso che uno dei miei punti di forza sia quello di superare molti giocatori con la mia forza, la mia velocità e potenza. È qualcosa su cui faccio molto affidamento, è quelo il mio contributo come giocatore. Mostrarlo il più possibile in campo, essere più dominante durante la stagione".

Ha fatto anche l'attaccante.
"Da punta ho giocato con Antonio Conte. Quando è arrivato abbiamo avuto un colloquio, mi ha espresso le sue idee per me, voleva farmi giocare in attacco. Due attaccanti. Ero un po' preoccupato, non ci avevo mai giocato prima, ma mi ha detto che ero libero di muovermi, che non dovevo essere un riferimento".

Cosa ruberebbe a Lautaro da attaccante e cosa a Giroud?
"Sono molto diversi. Personalmente adoro giocare con Olivier perché è bravissimo a tenere palla, trovi sempre un appoggio su di lui, mi piace correre alle sue spalle perché so che se gioco su di lui me la passerà nel punto perfetto. È davvero un ottimo riferimento, è bravissimo a segnare di testa. Lautaro non l'ho visto molto arrivando dalla Premier, ma sembra letale come finalizzatore, ha proprio quella mentalità vincente".

Al Milan chi è il migliore nel dribbling?
"Leao. È così atletico, veloce... Può semplicemente buttare palla avanti e correre. A volte non è necessario fare trucchi stravaganti, a volte basta che tocchi la palla e corri, è il modo più semplice e lui lo fa perfettamente".

Riuscirà anche a segnare molti gol?
"Il mio record è 10 gol, sto giocando in una posizione che non ricoprivo da un po', ma di sicuro voglio contribuire con i miei gol. Non solo assist, ma anche gol per aiutare la squadra. 15? Se riesco a farne 15 sarò davvero felice".

Che rapporto aveva con Sarri?
"Un ottimo rapporto. All'inizio non è stato facile, non stavo giocando molto e mi disse che dovevo migliorare tatticamente se volevo giocare di più. Ho lavorato molto in allenamento, mi ha aiutato molto e a metà stagione giocavo quasi tutte le partite. Lo rispetto molto per aver mantenuto la parola data, è tutto quello che chiedi ad un tecnico".

È mai stato vicino ad altre squadre italiane?
"No, mai. Solo al Milan".

Mourinho ha detto che secondo lui il rigore contro la Roma non c'era.
"Ho sentito dire che ha detto che mi sono tuffato (ride, ndr). No, è il calcio. Ho sentito il contatto con la mia gamba ed è finita lì, è andata così".

Chi era più complicato tra Sarri e Mourinho?
"Arrivando dall'Academy, avere José come primo allenatore non è stato facile. Penso che ci siamo fraintesi parecchio. E poi io ero molto giovane... Con Conte e Sarri ho sempre avuto la sensazione che mi volessero aiutare, ho scoperto che gli allenatori italiani vogliono sempre aiutarti a migliorare, indipendentemente dall'età. Non importa da dove vieni, vogliono sempre aiutarti".

Che significato ha il Milan?
"Quando sono arrivato ho capito quanto era grande il club, enorme la storia dietro, i grandi giocatori che ci hanno giocato e ho sentito la passionbe dei tifosi al centro sportivo il primo giorno e poi a San Siro. Anche Tomori me ne aveva parlato".

Tomori ha speso belle parole per lei.
"Gli avevo mandato molti messaggi chiedendo del Milan e del centro sportivo. Mi aiuta anche con le traduzioni, ma sto facendo del mio meglio per imparare".

Su chi punta la sua sterlina?
"Tijjani è partito davvero bene. Ma anche Pulisic... Quindi se devo puntare una sterlina direi Pulisic. Farà bene".

Ormai ha imparato a gestire la pressione.
"Durante tutta la mia carriera ho dovuto gestire la pressione, dall'Academy in poi. Arrivare in prima squadra mette molta pressione sulle spalle di un ragazzo. Fa semplicemente parte della mia vita".

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