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Monza, Nesta: "Se San Siro fischia, vuol dire che fai male. Futuro? Sono aperto a tutto"

Monza, Nesta: "Se San Siro fischia, vuol dire che fai male. Futuro? Sono aperto a tutto"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 23:23Serie A
di Giuseppe Lenoci

Dopo la sconfitta contro il Milan, l'ennesima della stagione, per il Monza è momento di chiudere la stagione con la retrocessione in Serie B. Ecco le parole di mister Alessandro Nesta dopo la gara di San Siro, ai microfoni di DAZN: "Io penso che, come quando uno cade da cavallo, debba risalirci subito così proverò a fare io. La famiglia lontana a 10 ore dall'Italia, sono aperto per andare ovunque: sono pronto a mettermi in gioco".

In difficoltà come queste, da cosa si riparte?
"Si riparte dagli uomini, ogni generazione ha le sue difficoltà e nelle difficoltà non cerca scuse. Questa deve essere la normalità. L'allenatore non deve fare paragoni con il calcio passato: dobbiamo trovare la chiave".

San Siro spento e in contestazione.
"Mi fa tristezza. Il pubblico di San Siro sa di calcio: se ti fischiano, vuol dire che stai facendo male. Quando il pubblico tuona, vuol dire che qualcosa seriamente non va. Sono stato dieci anni qui e, anche nei momenti di difficoltà, ci hanno sempre aiutato".

Ancelotti oggi ha dato l'addio al Real Madrid.
"Il mister ha scelto, io devo farmi cercare dagli altri. Ancelotti è stato un padre ed è una persona speciale: non è banale, non è fuori dalle righe e ciò che fa, lo fa col cuore. Una persona pulita".

Il Milan chiude una stagione deludente con una vittoria inutile ai fini del piazzamento finale. Contro il Monza, già retrocesso, i rossoneri vincono 2-0, ma essendo già fuori dalle coppe europee i tre punti non servono a nulla. Serata di gloria per Gabbia e Joao Felix, autore delle due reti che valgono il successo ma non evitano i fischi copiosi di San Siro, con i tifosi rossoneri in contestazione già dal pomeriggio.

La contestazione
Difficile parlare di campo, perché è l'atmosfera a rubare l'occhio. Dopo la contestazione a Casa Milan, nel pomeriggio, la protesta va avanti anche all'interno dello stadio. Cantando "Tutti a casa", la Curva Sud ha deciso di lasciare gli spalti dopo i primi 15 minuti, proseguendo così la dura contestazione iniziata nel pomeriggio davanti a Casa Milan. Durante l’attesa, i tifosi hanno intonato numerosi cori di protesta contro l’attuale dirigenza e proprietà. Tra i più significativi, uno mai sentito prima: “Ibra, Furlani e Scaroni, vogliamo le dimissioni, non servono le spiegazioni, voi dovete andarvene”, chiaro segnale di rottura profonda con i vertici del club. La protesta ha poi preso di mira individualmente i protagonisti della governance rossonera. La Curva ha scandito a turno i nomi di Gerry Cardinale, Paolo Scaroni e Giorgio Furlani, accompagnandoli con il coro “Indegni”. Non sono mancati attacchi frontali anche all’attuale proprietario del Milan: “Devi vendere, vattene” e “Gerry, go home” sono risuonati forti e chiari nel settore caldo dello stadio.

La partita
In campo, intanto, non succede granché. Il Milan parte bene, colleziona un paio di occasioni nei primi minuti con Joao Felix e Pavlovic, poi il nulla o poco più. Anzi, è il Monza a spingersi dall'altro lato. E nel finale di primo tempo a trovare anche il gol del vantaggio con Keita Baldé, annullato però per un fuorigioco di Kyriakopoulos, l'autore dell'assist. Il primo tempo si chiude sullo 0-0. Nella ripresa Conceiçao (squalificato, in panchina il vice Joao Costa) manda in campo Chukwueze e Camarda al posto di Jovic e Musah. Ed è proprio l'ex Villarreal a servire l'assist, da calcio d'angolo, per l'1-0 di resta di Gabbia al 64'. Passano meno di dieci minuti - anche col Milan in vantaggio l'atmosfera è surreale - e arriva anche il raddoppio, ancora su palla inattiva: stavolta è Joao Felix a battere un calcio di punizione da ottima posizione e a trasformarlo in rete. Nel finale sale in cattedra anche Maignan, con una super parata su Akpa Akpro. Finisce 2-0. Ciononostante al triplice fischio il Meazza rumoreggia.

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