Mulattieri si racconta: "Inter, un solo rimpianto. Sassuolo? No, voglio restare al Deportivo"

Samuele Mulattieri in estate ha deciso di lasciare il Sassuolo e passare al Deportivo La Coruna, squadra che milita attualmente nella Serie B spagnola, suscitando molta curiosità. L'attaccante italiano ha raccontato ai microfoni di TMW il perché della sua scelta: "Mi interessava come esperienza provare anche il calcio spagnolo, che è diverso da quello italiano. Poi il Deportivo è una squadra storica e mi intrigava parecchio l'idea di giocare per questo club. Tra tutte le opportunità che avevo, questa era la mia preferita".
Fin qui ha collezionato 8 presenze, di cui 5 da titolare, segnando un gol. È contento oppure si aspettava qualcosa in più?
"Dal punto di vista della squadra assolutamente sì, stiamo facendo bene e la squadra è forte, quindi sono contento di come stiamo lavorando. Personalmente sono felice di come sto giocando, mi manca solo qualche gol in più. L'importante è lavorare per i compagni, poi il resto arriverà".
Ci sono differenze notevoli nei metodi di allenamenti in Spagna rispetto a quelli in Italia?
"No, non ho trovato grandissime differenze. Mi trovo bene con i compagni e con l'allenatore, ma è proprio il calcio a essere diverso. Rispetto alla Serie B ci sono più qualità e più velocità nel gioco e meno tattica".
Lei ha sempre fatto bene quando ha giocato in Serie B, ma in Serie A ha faticato. È stata solo sfortuna o non si sente pronto per la massima serie?
"Io mi sento pronto anche per una Serie A. Quell'anno lì sicuramente ci ho messo del mio perché avrei dovuto sfruttare meglio le occasioni che ho avuto, ma non ne ho avute tantissime. Ho fatto solo una partita da titolare ed è stata l'ultima, che eravamo già retrocessi. Non mi sento di dire che non ero pronto, però chiaramente devo migliorare per arrivare a quel livello".
Si è parlato tanto del suo trasferimento al Sassuolo dall'Inter e di quella plusvalenza fatta dai nerazzurri. All'epoca quelle chiacchiere le hanno dato fastidio?
"Non posso dire di aver sofferto la pressione. Per me era un'occasione importante ed ero felice di provare a dimostrare il mio valore e a impormi in Serie A. Non ascoltavo le voci e quello che diceva la gente, pensavo solo a giocare".
Pensa che se l'Inter avesse fatto l'Under 23 quando le giocava a Milano avrebbe potuto aiutarla nella sua crescita?
"Non lo so, ma mi ha aiutato parecchio fare l'anno da fuoriquota in Primavera perché la stagione precedente non avevo giocato parecchio e non avevo molte richieste. Per me è stata una svolta, ho preso consapevolezza nei miei mezzi e mi ha dato le basi per poi andare nei professionisti".
Con Chivu i giovani stanno avendo molte opportunità. Pensa che con un allenatore così sarebbe stato diverso anche per lei?
"Rimpianti no perché i giovani che ci sono ora sono molto forti e non voglio paragonarmi a loro. Quando c'ero io l'Inter era allenata da Conte e qualche seduta con lui l'ho fatta, mi ero anche trovato bene ricordo. Ho solamente il rimpianto di come ho fatto il mio primo anno in Primavera perché non ho fatto benissimo e potevo fare molto meglio. Non ero in me, mentre la seconda stagione ho fatto il massimo e l'ho fatto anche bene, vincendo il titolo di capocannoniere. Altri rimpianti non ne ho".
Grosso è l'allenatore che ha avuto di più in carriera. Che cosa le ha lasciato?
"È stato molto importante per me, ho imparato tante cose. Con lui ho vinto due campionati e sicuramente ho un bel ricordo perché mi aiutato tanto, sia dal punto di vista calcistico che da quello caratteriale. Sono contento di quello che abbiamo fatto insieme".
Tra i suoi obiettivi c'è quello di tornare al Sassuolo o vuole affermarsi al Deportivo?
"Il mio obiettivo è fare il meglio possibile per giocare qui, essere riscattato e disputare la Liga. Tornare al Sassuolo no, il mio obiettivo è un altro. Gli obiettivi che ho sono tutti con questa squadra".
Al Mapei lo stadio spesso non era pieno, in Spagna è diverso. Quanto conta questo aspetto per un giocatore?
"Ci sono un po' di differenze perché qui ci sono molti più tifosi, lo stadio è grandissimo, abbiamo tantissimi abbonati. È molto bello giocare qui, ti dà parecchia energia e parecchia carica".
Chi è il giocatore più forte con cui ha giocato in carriera?
"Ce ne sono diversi, ma mi vengono in mente Van de Ven, che ora è al Tottenham e con cui ho giocato al Volendam, e Domenico Berardi".
