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Salernitana, Iervolino torna sullo 0-5 col Sassuolo: "Colpa di mister e dirigenza, ma anche mia"

Salernitana, Iervolino torna sullo 0-5 col Sassuolo: "Colpa di mister e dirigenza, ma anche mia"
© foto di TuttoSalernitana.com
lunedì 3 ottobre 2022, 22:08Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, ha parlato a Lira TV dopo la sconfitta per 5-0 contro il Sassuolo: "L'unica cosa bella che abbiamo visto a Sassuolo è stata la nostra tifoseria, applaudita anche dai supporters locali. Per il resto abbiamo fatto una partita pessima, le responsabilità sono del mister e della dirigenza ma anche dei calciatori e del sottoscritto. Non sono per la caccia al colpevole, ma ho visto una Salernitana che ha subito in tutti i reparti senza creare pericoli e occasioni. È stato il peggior calcio da quando sono presidente, la macchina va registrata e dobbiamo mantenere coesione. Il campionato è lungo, mi aspetto una inversione di tendenza a partire dalla gara di domenica contro il Verona".

Le fa onore parlare dopo uno 0-5.
"Ci metto la faccia in un momento difficile perché una tifoseria speciale merita la trasparenza e la chiarezza da parte della società. Oggi abbiamo il morale a terra, ieri abbiamo subito una sconfitta pesantissima e tutti hanno delle responsabilità. Però questa è la stessa squadra che ha fatto una grande partita con la Juventus e che ha vinto 4-0 con la Sampdoria dando spettacolo. Ecco, voglio che si riparta da quelle prestazioni".

La stampa nazionale ritiene che lasciare lo stadio sul 4-0 non sia stato un bel segnale.
"Non è vero che sono andato via prima della fine della partita, volevo godermi fino alla fine lo spettacolo dei nostri tifosi. Non so come mai sia uscita questa notizia. Mi sono salutato con i dirigenti del Sassuolo diversi minuti dopo la fine della gara".

Parlare sempre di obiettivo decimo posto può aver creato false aspettative e alimentato presunzione nel gruppo squadra?
"Ho investito tanto e la squadra non è stata costruita per salvarsi all'ultima giornata. Aver alzato l'asticella non ha certo creato una forma ansiogena ai calciatori e ai tifosi, né oggi siamo qui a piangere per una partita persa. L'equilibrio ci deve sempre guidare, ma allo stesso tempo valuto le cose per quelle che sono. Perdere 5-0 e subire 10 tiri in porta, aver perso in ogni reparto tutti i duelli individuali e non aver prodotto nulla sul piano del gioco mi fa riflettere ed è giusto che, pur con cautela, monitoriamo la situazione. Spero sia stata una malattia passeggera e non un qualcosa di cronico".

Fiducia a tempo per il tecnico?
"Nicola è l'allenatore della Salernitana, ho sentito sia lui sia il direttore sportivo e le responsabilità sono diffuse. Ci sono cose da registrare, guardiamo alla prossima partita. Gli abbiamo rinnovato la nostra fiducia, è stato lui a portarci alla salvezza. Quest'anno eravamo partiti molto bene, vi invito a fare una riflessione: 225 minuti fa, ovvero dal primo tempo contro la Juventus, eravamo in alta classifica e veniva pontificato a livello nazionale il nostro gioco. Poi buio nero, con la sconfitta in casa col Lecce e lo 0-5 di ieri. Sembra quasi sia stato cancellato quanto di buono era stato raccontato. Occorre equilibrio, lo ribadisco, ma il campanello d'allarme è serio".

Condivide lo "sfogo" di De Sanctis nel post partita?
"L'ipocrisia non ci deve appartenere, a caldo si possono dire cose che vanno verso l'accusa ma poi seguono i chiarimenti. È il calcio, i giudizi non per forza devono convergere al 100% ed essere intrisi di miele e di retorica. Non ci vedo nulla di male, sono uomini in gamba e di successo che oggi hanno avuto un grande chiarimento. Certo, la Salernitana era lunga, non aveva energia né intensità e in questo modo perdiamo quella che è la nostra forza. La debacle deriva soprattutto da questo, secondo me dobbiamo registrare tanto in tutti i reparti anche arretrando il baricentro. Abbiamo calciatori di grande tecnica che vanno messi in condizioni di esprimersi. Ora abbiamo ritrovato serenità, ci siamo confrontati e ora tocca a tutti lavorare e fare risultato domenica prossima. Ma io responsabilizzo tutti. I giocatori devono essere consapevoli che hanno fatto una brutta partita, ma è inutile piangere sul latte versato perché non si può tornare indietro. Ora non si può e non si deve sbagliare più, non vogliamo essere trascinati verso la bassa classifica perché sarebbe un bel problema sul piano mentale".

L'analisi del ds, però, non lasciava spazio ad interpretazioni. Secondo lei i giocatori a disposizione consentono di cambiare spartito tattico?
"Prima della gara di ieri dicevo che la nostra forza era il centrocampo, dopo ieri sto riflettendo e valutando. Abbiamo tanta qualità, ma l'assenza di Bohinen pesa e non è un ragazzo sostituibile. Ma non voglio alibi, a tutte le squadre mancano i calciatori. Il calcio è questo, occorre turnover. Non ci sono alibi, il mister ha una visione eclettica del calcio e non mi pare rigido e ortodosso come si suol raccontare. Se vorrà cambiare modulo lo potrà fare perché le caratteristiche lo permettono, la squadra è pronta per giocare in vari moduli. Non ci saranno condizionamenti, sarà lui a decidere".

De Sanctis parla di squadra valida, Nicola non impiega molti dei volti nuovi. C'è un rapporto cordiale?
"Non lo bollerei come un rapporto negativo, non ci saranno ripercussioni sulla Salernitana. Quanto alle scelte, posso immaginare che Sambia e Bradaric abbiano avuto poco spazio perché ci sono due interpreti straordinari come Mazzocchi e Candreva. Non credo che il mister abbia preferenze ma che sappia scegliere in modo equidistante. Li allena ogni giorno, sa quello che fa".

Fiducia piena o legata alla vittoria di domenica?
"Qualsiasi cosa rispondessi potrei essere smentito tra 10-15 giorni. Il calcio è dinamico, la fiducia passa sempre dai risultati e della prestazioni. Quando le cose non vanno c'è l'obbligo morale di cambiare. Perdessimo 10-0 col Verona, ovviamente ragionando per assurdo, è chiaro che occorrerebbe più di una spiegazione. E' una fiducia piena, sentita, autentica e genuina".

Cosa si aspetta dai tifosi domenica?
"Faccio una precisazione: i tifosi sono l'arma vincente, il top della nostra squadra. Non sono mai un minus. Ieri sono stati applauditi dai tifosi del Sassuolo. Sono stati amorevoli, calorosi, comprensivi, innamorati. Ci hanno trasferito energia e fiducia, sono davvero il dodicesimo uomo in campo".

C'è fiducia in De Sanctis?
"Anzitutto mi prendo io la responsabilità. Anche lui ne ha".

Come mai pensava si potesse finire decimi?
"Quando un presidente spende 40 milioni rispetto a dirette concorrenti che sborsano nettamente di meno non è legittimo alzare l'asticella? Non ho speso certo quella somma per andare in serie B, il mio progetto mira ad andare dall'altra parte della classifica. Poi la palla è rotonda, il calcio non è scienza esatta e non sono io a scendere in campo. Abbiamo preso giocatori a mio avviso validissimo. Dia ha giocato la semifinale della Champions, Piatek è un grande calciatore, il centrocampo a mio avviso è di livello e la difesa è stata rivoluzionata. Sono onesto, dopo Sassuolo qualche dubbio mi sta venendo ma dopo il primo tempo contro la Juventus sembravamo da coppa Uefa. Per quanto speso ho fatto ipotesi concrete, è ovvio che dopo le ultime due gare mi tremano le gambe e devo fare delle riflessioni. Ci sono davanti a noi altre 30 partite, tirerei le somme dopo la fine del girone d'andata altrimenti ci sconfessiamo da una domenica all'altra".

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