Spalletti-Juventus, è l'ultima spiaggia possibile. Difficilmente ci sarà un'altra chiamata
"È una domanda difficile a cui rispondere perché non ho ricevuto nessun contatto da squadre italiane, però sono disponibile a parlare con chiunque. Sì, voglio assolutamente mettere a posto quello che mi è successo in Nazionale. È stato un dolore, lo è e lo sarà sempre per quelli fatti come me. Auguro a Gattuso di essere sulla panchina dell'Italia al Mondiale". È un'apertura decisa e chiara quella di Luciano Spalletti alla Juventus. Perché dopo meno di sei mesi dal disastro con la Norvegia, partita che di fatto lo ha esautorato da commissario tecnico dell'Italia, sebbene la decisione sia arrivata dopo, può ritornare in sella. Con la squadra più titolata d'Italia, dove il motto è: "Vincere è l'unica cosa che conta".
Con il Napoli ce l'ha fatta. In un ambiente che non vinceva uno Scudetto da oltre trent'anni - trentatré per la precisione - dominando il campionato. È probabilmente l'unica scelta plausibile, da parte della Juventus, per raddrizzare il timone e tenerlo ben saldo. Anche per evitare critiche che potrebbero piovere al primo pareggio di Palladino, oppure a un'uscita improvvida di Mancini.
È probabilmente l'ultima chiamata per Luciano Spalletti alla Juventus. Difficile che ce ne possa essere un'altra, mentre ci sarebbe sempre tempo per un rientro più soft, magari in una piazza di medie dimensioni. La Juve però è una top e anche Spalletti deve dimostrare di meritarsela dopo due anni da ct decisamente poco brillanti.











