TMW RADIO - Sconcerti: "Stasera sfida segnata dall'andata, ma questa Inter può ribaltarla"


Mario Sconcerti, prima firma del giornalismo sportivo, è intervenuto a TMW Radio, durante la trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti. L'inizio dell'intervista verte sulla partita di questa sera tra Juventus e Inter in Coppa Italia: "In questi casi non do importanza a nulla se non al presente, alle motivazioni e alla forza di adesso. Sono due squadre molto forti, praticamente complete. La semifinale di Coppa Italia è ancora una cosa vaga, anche se una partita tra loro si definisce da solo e dà forza interiore".
C'è qualcosa che collega gli inciampi dell'Inter nelle partite decisive, da quando c'è Conte?
"Questo però vale anche per la Juventus e tutte le finali perse. Il filo rosso viene interrotto dalla crescita delle squadre, questa Inter è già difficile da paragonare a quella dell'anno scorso. Oggi hanno tre giocatori oltre lo standard: Lukaku, Barella e Hakimi. Il primo è cresciuto, il secondo lo fa continuamente e il terzo non c'era: difficile confrontarsi col passato, la partita semmai è segnata dal risultato dell'andata, ma per l'Inter è rovesciabile. Ci vuole però anche il concorso di una Juve che si lasci sfuggire la partita e non è facile".
Vede tempi brevi per le sorti societarie dell'Inter?
"Non credo che il mercato estivo sarà influenzato, anche se dovremo vedere tempi e scadenze. La vera domanda però è un'altra, secondo me: cosa significano i fondi a proprietà delle squadre? C'è da stare molto attenti: ci facciamo travolgere dalla novità, e senza domande il dio rimane il mercato. Un fondo d'investimento è un'azienda che mette assieme risparmi dei tanti soci, chiamiamoli così, che vanno sparsi su molti altri beni, e che deve inseguire un profitto. La valutazione sui giocatori però è una cosa molto soggettiva... Ripeto, per me la domanda vera è un'altra, è cosa significhi avere fondi proprietari delle squadre: neanche gli specialisti ancora sanno dirlo".
Che ne pensa delle critiche a Gattuso?
"Oggi la classifica cannonieri è dominata da quattro giocatori, uno per ciascuna delle prime quattro: Ronaldo, Immobile, Lukaku e Ibrahimovic, con quest'ultimo che ha segnato tanto nella metà del tempo degli altri. Era molto tempo che non accadeva, e significa che se i centravanti sono determinanti è cambiato il gioco: non si fa più di tutto per mandare in porta l'intera squadra, ma due-tre singoli. Il Napoli praticamente non ha mai avuto a disposizione i suoi, Osimhen e Mertens: non si può pretendere che siano insieme alle prime quattro".
Dovrebbe essere più utilitarista?
"Più calabrese. Più Ringhio che un adepto del calcio spagnolo. Anche perché, opinione mia, il gioco dal basso è una bella cosa ma otto volte su dieci sei costretto a rinunciarci, perché viene meno la possibilità di avvantaggiarsi della superiorità numerica col portiere. Alla terza volta la cosa viene capita, e con un giocatore in più nel pressing non hai più la superiorità".
Che momento è per De Laurentiis?
"Averne di presidenti come De Laurentiis. Insieme a Lotito è l'unico che ha una grande squadra e ci guadagna, e quando una proprietà ci riesce stanno meglio tutti. Se invece ci sono 400 o 500 milioni di debiti, un club droga il proprio mercato e rischia un tracollo. Vedo il Napoli con una fragilità intrinseca, che hanno anche altre squadre: non c'è struttura, l'unico patrimonio sono i calciatori, niente centro sportivo né stadio. La base economica è tutta sul trading, e su quello sicuramente De Laurentiis è un maestro, straordinario giocatore di poker: regge il punto come nessuno in Italia".
La Lazio è quella del pre-lockdown?
"Sarà anche tornata lì, ma hanno 9 punti di distacco dalla testa, nel pre-lockdown ne avevano molti meno. Qui ci vuole veramente una differenza sugli altri che in questo momento non si vede: la Lazio è alla pari con Inter, Milan e Juventus ma ha dei punti in meno".
