Under 20, l'appello di Nunziante: "In Italia c'è talento, abbiate più coraggio con noi"

Alessandro Nunziante ha rilasciato una intervista esclusiva a 'TuttoMercatoWeb.com' nel giorno dell'esordio dell'Italia Under 20 nel Mondiale di categoria. Stasera gli azzurrini che due anni fa si sono arresi solo all'Uruguay in finale sfideranno l'Australia in un raggruppamento in cui sono presenti anche Argentina e Cuba. Nunziante, portiere classe 2007, è anche l'unico rappresentante della Serie A presente nel gruppo del mister Carmine Nunziata.
Hai iniziato il tuo percorso in Nazionale dall’Under 15, cosa rappresenta per te questo Mondiale Under 20? Lo vedi come un primo grande appuntamento per la tua carriera?
"Sicuramente sì, questo Mondiale rappresenta una tappa importantissima del mio percorso. Indossare la maglia della Nazionale è sempre un onore, l’ho ripetuto più volte e non mi stancherò mai di dirlo, era il mio sogno da bambino. Fare tutta la trafila delle giovanili azzurri è un grande riconoscimento del lavoro svolto e del processo di crescita compiuto anno dopo anno. Nell’ultima edizione del Mondiale Under 20 Desplanches è stato premiato come miglior portiere del mondiale, ha portato la squadra ad un passo dal titolo, eppure in quell’anno giocava neanche in Serie C (nel Trento, ndr). In Italia il talento c'è, manca solo il coraggio per farlo emergere".
Come procede l’ambientamento in Cile col gruppo e col CT? L’Italia è vice-campione del Mondo: con quali obiettivi si avvicina a questa competizione?
"Procede bene, il gruppo è affiatato. Ci conosciamo da tempo, soprattutto con i 2006 e 2007 ho condiviso diverse esperienze con la maglia azzurra.
Siamo vice campioni del mondo in carica e le aspettative sono alte, ma di quel gruppo l’unico superstite è il nostro mister per cui si riparte completamente da zero. Il nostro obbiettivo è esprimere un buon calcio, lottare per questa maglia e onorare la nostra tradizione calcistica. Non ci porremo limiti e cercheremo di andare con il cuore oltre l’ostacolo sperando di arrivare il più lontano possibile".
Sei di fatto l’unico giocatore della Serie A presente. Senti di dover esser uno dei trascinatori del gruppo?
Sicuramente essere in club di serie A, aiuta molto, ti confronti ogni giorno con gente forte ed esperta. Ma abbiamo tanti giocatori di talento nel nostro gruppo, ognuno deve dare il proprio contribuito indipendentemente dalla categoria in cui gioca".
Ci racconti che portiere sei? Quali sono i tuoi punti di forza e in cosa ti senti di dover migliorare?
Non mi piace parlare troppo di me stesso, ma posso dire che oggi il nostro ruolo è sempre più complesso, occorre unire tecnica tra i pali e gioco con i piedi.
Nel calcio moderno il portiere è un giocatore di movimento a tutti gli effetti, partecipa alla costruzione del gioco come il resto della squadra. Lavoro ogni giorno per migliorare ogni aspetto e i miglioramenti credo siano visibili.
Questa estate hai deciso di fare il doppio salto. Come procede il tuo ambientamento all’Udinese?
Non è stato semplice lasciare Benevento, sono legato alla società sannita e le sono riconoscente per quello che ha fatto per me. L’Udinese è un grandissimo club di respiro internazionale ,lavora bene con i giovani. Le strutture sono formidabili e nulla è lasciato al caso. Con gli allenatori dei portieri Sergio Marcon e Kris Stergulc si è creato subito un ottimo rapporto, lavoriamo ogni giorno duramente per alzare sempre di più l’asticella. A Udine c’è una bellissima cultura del lavoro".
Si parla spesso di giovani italiani che non giocano, ma tu lo scorso anno sei stato una bella eccezione con una stagione da protagonista a Benevento. Quanto è importante ritrovarsi a 17 anni subito alle prese col calcio dei grandi per la crescita?
"L’anno scorso il Benevento ha puntato fortemente sui giovani, schierava cinque prodotti del vivaio nella formazione titolare. Era un esempio virtuoso di come fare calcio, associando la valorizzazione dei calciatori ai risultati sportivi. Sismo riusciti a mantenere il primo posto fino a gennaio, poi alle prime difficoltà l’ambiente si è disunito e sono cominciate le contestazioni. Solamente il presidente Vigorito è rimasto vicino a noi, dalla prima all’ultima giornata facendoci sentire il suo supporto. È stata un esperienza formativa, un campionato dalle due facce terminato con grande dispiacere e rimpianti per una promozione che poteva essere alla nostra portata".
Hai un modello a cui ti ispiri e cosa sogni per la tua carriera?
Mi ispiro a Donnarumma, è il mio idolo e attualmente per me è il numero uno al mondo. Il mio obbiettivo è affermarmi in Serie A, sogno di giocare con la nazionale maggiore. Magari quando Gigio lascerà..."
