Cremonese, il ritorno in Serie A e la lezione del passato: ora serve continuità

La Cremonese è tornata in Serie A dopo aver superato lo Spezia nelle finali playoff, conquistando così la seconda promozione nel giro di quattro stagioni. La prima risale al campionato 2021/22, quando la squadra, allora guidata da Fabio Pecchia, chiuse al secondo posto, ottenendo la promozione diretta senza passare dai playoff.
Quell’estate, però, si aprì con un colpo di scena: Pecchia rassegnò le dimissioni, sorprendendo la dirigenza grigiorossa, che aveva già iniziato a programmare la nuova stagione con lui in panchina. Al suo posto arrivò Massimiliano Alvini, tecnico che il direttore sportivo Simone Giacchetta conosceva bene dai tempi dell’Albinoleffe. Per Alvini si trattava della prima esperienza in Serie A, dopo aver fatto bene nelle categorie inferiori: una scommessa che però non ha dato i risultati sperati.
La squadra raccolse appena 7 pareggi e 11 sconfitte nelle prime 18 giornate. Alvini fu esonerato il 14 gennaio, con la Cremonese all’ultimo posto in classifica. Al suo posto subentrò Davide Ballardini, noto per le sue salvezze "impossibili", ma nemmeno lui riuscì a evitare la retrocessione.
Con questa nuova promozione, la Cremonese è chiamata a non ripetere gli errori del passato. Servono basi solide su cui costruire un progetto tecnico in grado di competere in Serie A, a partire dalla guida tecnica. Giovanni Stroppa, l’artefice della promozione, ha un contratto in scadenza il 30 giugno: se non sarà lui a guidare i grigiorossi nella massima serie, sarà fondamentale scegliere con attenzione il nuovo allenatore.
