Salernitana, la certezza è il pubblico: 15mila contro il Pisa. Prima da ex per Inzaghi
Nonostante la retrocessione a suon di record negativi, il passo indietro da parte del patron Danilo Iervolino, le tante trattative in piedi per la cessione del club e un mercato basato soprattutto sulle cessioni e sulla necessità di ripianare le perdite, la Salernitana può contare sul suo più fedele alleato: il pubblico. Al netto della presa di posizione netta da parte degli ultras e della tifoseria organizzata (la curva chiede a Iervolino di cedere e farsi da parte), il dodicesimo uomo non ha fatto mai mancare il proprio apporto garantendo, in un mese e mezzo, il primo milione e mezzo di incasso al botteghino tra paganti e abbonati e numeri da far invidia anche a piazze di categoria superiore. Erano in 7000 per la prima in coppa Italia contro lo Spezia, 12500 per l'esordio in campionato col Cittadella. Ben 16mila, invece, gli spettatori che hanno gremito il principe degli stadi per Salernitana-Sampdoria, di martedì sera e in pieno periodo vacanziero. Anche in trasferta la risposta è stata esaltante, con 1200 persone sia a Bolzano sia a Mantova e altrettanti sold out in meno di un'ora di prevendita. Del resto stiamo parlando di un pubblico capace, in A, di portare 6000 persone a Roma e Milano, 7000 a Empoli e 5000 a Reggio Emilia pur con una squadra in piena zona retrocessione. Anche col Pisa ci sarà un bel colpo d'occhio: già venduti 6000 tagliandi, a cui aggiungere i 4600 abbonati che hanno dato fiducia a scatola chiusa: attesi, dunque, almeno 13mila spettatori.
La dirigenza, dunque, è chiamata a ripagare lo smisurato amore del popolo granata rimpinguando una rosa carente sia sul piano qualitativo, sia sul piano numerico. La partenza di Legowski, ad esempio, costituisce una vera e propria emergenza per un centrocampo decisamente scarno. Adelaide starà fuori per un altro mese, Soriano ha già saltato due gare per infortunio ed è fortemente in dubbio pure per il match di domenica pomeriggio, Maggiore era virtualmente un giocatore del Venezia fino alla mezzanotte del 31 agosto ed è certo di salutare la compagnia a gennaio, Tello non è partito benissimo e certo non ci si può basare soltanto sullo stato di grazia di un calciatore promettente come Amatucci, ma ancora molto giovane e che prima o poi avrà bisogno di rifiatare. Manca, inoltre, un mediano dedito all'interdizione che possa garantire adeguata copertura alla retroguardia. Punto interrogativo anche una difesa che ha subito 10 gol in 5 gare ufficiali. Sulle fasce la Salernitana è al completo, al centro manca invece un altro elemento d'esperienza che possa far crescere Ruggeri e Velthuis senza pressioni e che possa essere un valido ricambio per Bronn. Bogdan è svincolato e tornerebbe di corsa, per ora non se ne parla. In avanti, invece, non c'è stato il colpo Joao Pedro, anche perchè Petrachi non è riuscito a collocare altrove quel Simy non sempre brillante, ma che ha iniziato la stagione con due gol e un assist. La sensazione è che, sulla carta, la Salernitana abbia un undici titolare competitivo anche per la zona sinistra della classifica, ma con una panchina troppo corta e tante incognite legate alla lunga inattività di qualche giocatore.
Intanto domenica arriva il Pisa e ci sarà l'occasione per effettuare il sorpasso e per vincere la terza gara interna di fila. Cosa che non accade da diversi anni. Martusciello sta pensando al 4-3-1-2, con Verde alle spalle di Wlodarczyk e Torregrossa, il grande ex della partita. A proposito di ex, sarà la prima da avversario per Filippo Inzaghi, esonerato ingiustamente a febbraio scorso dopo l'1-3 interno con l'Empoli a causa di un feeling mai sbocciato con quel Sabatini che, pubblicamente, gli chiese scusa riscuotendo la risposta piccata del tecnico. L'allenatore nerazzurro era tra i papabili alla panchina granata anche per quest'anno, ma l'avvento di Petrachi ha cambiato le gerarchie spingendo il club a puntare su Sottil prima e Martusciello poi. Va detto che "Super Pippo" ha svolto un buon lavoro a Salerno, rivitalizzando calciatori finiti nel dimenticatoio (Simy), valorizzandone altri che oggi hanno fruttato milioni alla Salernitana (Tchaouna) ed esprimendo un calcio aggressivo e piacevole sfociato nelle vittorie con Lazio e Verona (a gennaio si era a -2 dalla salvezza prima di un mercato tutto sbagliato), nei pareggi con Milan e Torino e nelle sconfitte immeritate al 96' contro Napoli e Juventus, con una Salernitana ridotta all'osso ma battagliera come mai si era vista nell'arco della sciagurata stagione.