Ascoli con la miglior difesa in Europa, Petrone: "La fase difensiva parte dagli attaccanti"

Mario Petrone, tecnico che in carriera ha allenato Rimini, Catania e Ascoli fra le altre, è intervenuto nel corso dell'appuntamento pomeridiano di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.
L’Arezzo sta rispettando i pronostici che la vedevano come favorita, ma è tallonata dal Ravenna e dall’Ascoli. Come vede questo gruppo e queste tre squadre?
"Il Ravenna è la sorpresa del momento. Dico sempre che bisogna aspettare un po’ per capire come i colleghi hanno lavorato in ritiro, soprattutto a livello fisico. Ci sono squadre che partono brillanti, ma poi i cinque cambi durante la partita fanno la differenza. Domenica ho visto Torres-Ascoli e non mi meraviglio affatto che l’Ascoli sia lì: è una squadra che subisce pochissimo. Ha trovato un trend positivo e in casa deve osare un po’ di più, ma ha i cambi giusti per arrivare fino in fondo. Credo che Ascoli e Arezzo se la contenderanno fino alla fine: entrambe hanno continuità e meritano la posizione che occupano. Le altre invece soffrono di alti e bassi. Se queste due manterranno questo ritmo nelle prossime 4-5 partite, possono già fare il vuot"o.
A proposito di difesa: l’Ascoli ha la miglior retroguardia di tutti i campionati professionistici europei, con zero gol subiti in sette partite. Può essere questo un grande vantaggio per i bianconeri?
"Assolutamente sì. L’Ascoli lavora sulla fase difensiva già a partire dagli attaccanti. Non mi sorprende affatto questo dato. In casa deve avere più pazienza e osare di più, ma ha individualità importanti. Quando trova spazi in profondità ti fa male. Magari fa più fatica contro difese chiuse, ma le potenzialità per vincere il campionato ci sono tutte".
Lei era presente ad Ascoli-Torres. Si aspettava una Torres così in difficoltà, considerando che negli ultimi anni era stata protagonista nelle zone alte della classifica?
"No, sinceramente non me l’aspettavo. La seguo da due anni, vivo a Olbia e conosco bene l’ambiente. È un peccato, perché la società è sana e c’è entusiasmo. In Serie C la continuità è fondamentale: basta guardare realtà come Entella o Catanzaro. Domenica li ho visti nervosi, e questo non è un bel segnale. Secondo me hanno un gruppo nuovo, con un allenatore nuovo, e sono un po’ in ritardo a livello di gioco. Forse serve la classica vittoria “scaccia crisi” per ritrovare fiducia.
Andiamo al girone C. Il Benevento ha agganciato la Salernitana in vetta. I granata erano partiti benissimo, ma hanno raccolto solo un punto nelle ultime due partite. Già si sono lette critiche a mister Raffaele. Che ne pensa?
"Sono piazze difficili. Dopo una doppia retrocessione, la gente si aspettava molto, anche un allenatore dal nome diverso. Ma contestare alla prima sconfitta non è normale. È soprattutto la sofferenza del tifoso, che vuole tutto e subito. La Serie C però è durissima: serve pazienza. In queste situazioni la bravura dell’allenatore, con l’aiuto di società e direttore, è quella di tenere le pressioni fuori dallo spogliatoio. Non vedo la Salernitana in crisi, è ancora presto. Certo, il girone è molto equilibrato: ci sono 5-6 squadre di livello che se la giocheranno fino in fondo".
Infatti, Benevento e Salernitana hanno 16 punti, ma dal terzo al decimo posto ci sono appena due lunghezze di distanza. E c’è anche il Trapani penalizzato, che senza handicap sarebbe in alto.
"Esatto. Cosenza, Catania, Crotone sono tutte squadre attrezzate, con esperienze recenti in Serie B. Pronosticare è difficile: ne sale solo una e contano molto gli scontri diretti e il rush finale. Le ultime 5-6 partite spesso sono decisive, specie quando incontri squadre che lottano per salvarsi. E al Sud trovi campi caldissimi, con 10-11 mila tifosi: lì serve una grande forza emotiva".
Un’ultima domanda sul girone A: il Vicenza è primo in solitaria, mentre sorprende la partenza negativa del Cittadella. Se lo aspettava?
"No, non me l’aspettavo. Il Cittadella è una realtà solida, abituata alla Serie B. L’ultima volta che retrocesse risalì subito. Quest’anno però credo sia retrocessa nell’anno sbagliato: con Vicenza e Brescia così forti, il contesto è complicato. Credo sarà un anno di transizione, la retrocessione ha pesato anche psicologicamente. Ma l’ambiente resta sano, quindi possono rimettersi in carreggiata".
